Olio Abruzzo: produzione in calo nel 2018

Produzione di olio di oliva in calo nel 2018 in Abruzzo così come nel resto della Penisola secondo l’indagine di “Italia Olivicola” che prevede un calo di oltre il 50% in alcune regioni. Ad incidere negativamente è il clima.

Secondo l’indagine sulla campagna olearia di quest’anno, condotta nell’ultima settimana di settembre, le previsioni di produzione segnano il 50% in meno rispetto alle quasi 430 mila tonnellate dello scorso anno, attestandosi a poco più di 215 mila tonnellate.

L’Abruzzo, secondo l’Organizzazione, è la regione in cui si prevede un calo minore, pari al -12%, rispetto alle altre in cui si registra un andamento negativo. Le uniche regioni in controtendenza sono la Toscana con +15% e le regioni del Nord, grazie soprattutto al buon clima estivo tanto che in Veneto si prevede +35% e Lombardia +30%.

Ad incidere, dunque, sono le condizioni meteorologiche altalenanti ed estreme che hanno prodotto danni considerevoli alle piante, tali da indurre a richiedere lo stato di calamità naturale nelle zone più colpite. Ma anche le emergenze fitosanitarie, dalla Xylella agli attacchi di agenti parassitari, come la tignola o la mosca, agevolati da un’estate lunga, calda e umida. Nel crollo della produzione pesano soprattutto le difficoltà riscontrate nelle due regioni leader nella produzione di olio.

In Puglia si registra un calo del 56% rispetto allo scorso anno, con punte anche superiori al 70% mentre in Calabria è del 70% a causa degli attacchi degli agenti patogeni. La Basilicata perde l’85% con una produzione ridotta poco più di 1000 tonnellate. Sfiora il 40% di riduzione  la Campania e in Sicilia e in Sardegna si prevedono rispettivamente  -47% e -63% . Altalenante, invece, l’andamento nelle Regioni centrali: al dato positivo della Toscana si contrappongono quelli del Lazio con -29%, dell’ Umbria (-18%), Marche (-39%) e, come detto, dell’ Abruzzo (-12%).

La scorsa settimana anche Coldiretti aveva lanciato un allarme sul calo della produzione ricordando che i problemi sopramenzionati incidono sulla quantità ma non  sulla qualità della produzione di olio.