No Triv: “Regione Abruzzo contro Referendum davanti Consulta”

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“La Regione Abruzzo si è costituita in giudizio dinanzi la Corte Costituzionale contro le altre 9 Regioni per chiedere che il Referendum sia dichiarato inammissibile”, lo sostiene il Coordinamento No Triv.

Il Coordinamento No Triv all’attacco della Regione Abruzzo, parlando di “atto squadrista e potenzialmente eversivo” da parte della stessa.

“Ieri la notizia del ritiro della delega al professor Mangiameli da parte del delegato Lucrezio Paolini – scrivono dal Coordinamento No Triv – su decisione della Giunta Regionale e senza che il Consiglio Regionale ne fosse al corrente. Oggi si apprende inoltre che:

– la Regione Abruzzo si è costituita in giudizio dinanzi alla Corte costituzionale contro le altre 9 Regioni e a sostegno del Governo per chiedere che il Referendum No Triv sia dichiarato inammissibile;
– il delegato regionale si si è costituito in giudizio dinanzi alla Corte costituzionale, a nome del Consiglio regionale senza che il Consiglio abbia mai deliberato al riguardo.

Quindi il prossimo 19 gennaio davanti alla Corte si troveranno, da un lato, il Governo e la Regione Abruzzo e, dall’altro, le 9 Regioni.

Qui non siamo semplicemente di fronte al tradimento, di per sé grave, irresponsabile e censurabile, del Referendum No Triv ma ad un duplice atto di cui non può sfuggire la natura violenta e potenzialmente eversiva, al cospetto del quale – conclude il Coordinamento No Triv – le forze sinceramente democratiche, al netto della diversità di opinioni sull’oggetto del Referendum, non possono rimanere inerti.”

 

“Apprendiamo da L’Unità del 12 gennaio – dichiara il Prof. Enzo Di Salvatore, costituzionalista e cofondatore del Coordinamento Nazionale No Triv – che secondo il il Presidente del Consiglio «c’è una sospensiva per le perforazioni entro le 12 miglia». Riteniamo questa fonte più autorevole di ogni altra e rivelatrice, oltre ogni dubbio, delle reali intenzioni del Governo. Il rigetto delle istanze di ricerca e delle concessioni di coltivazione entro le 12 miglia non è mai rientrato nei piani del governativi: diversamente i nostri emendamenti alla Legge di Stabilità non sarebbero stati bocciati. Così, in due mosse, il Governo impedisce che la volontà popolare possa esprimersi: prima modifica la norma e poi la lascia morire in fondo ai cassetti del MISE”.

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