Morte Renata Rapposelli: analisi su un parafango, si cerca il cellulare

Morte Renata Rapposelli: indagini senza sosta sulla morte della pittrice teatina, analisi su un parafango trovato, la scarpata di Tolentino sarà disboscata per trovare il cellulare della donna.

Indagini a 360 gradi e la sensazione che il cerchio si stia stringendo sempre di più verso la verità sulla misteriosa morte della pittrice teatina Renata Rapposelli. E’ una corsa contro il tempo che la Procura di Ancona ha imposto per giungere ad una conclusione prima della scadenza dell’informazione di garanzia a carico dell’ex marito Giuseppe Santoleri e del figlio Simone. Su un versante si prosegue con le analisi genetiche sui reperti acquisiti, telefoni e Pc degli indagati letteralmente vivisezionati e nelle prossime ore altri importanti approfondimenti in particolare su un pezzo di carrozzeria trovato sul luogo in cui é stato rinvenuto il cadavere di Renata, per verificare se c’é compatibilità con la Fiat 600 di Simone Santoleri, in caso di esito positivo collocherebbe in maniera equivocabile il figlio sul logo del ritrovamento del corpo della vittima. Parallelamente la Procura ha dato ordine a carabinieri e Vigili del Fuoco di disboscare tutta la scarpata di Tolentino, a ridosso del fiume, obiettivo trovare la borsa e soprattutto il telefonino di Renata Rapposelli. Nel cammino tortuoso verso la risoluzione del giallo la versione a più riprese ribadita di Giuseppe e Simone Santoleri che sostengono di aver accompagnato Renata intorno alle 14.00 a Loreto Marche, smentita dal racconto di una farmacista di Tortoreto che si dice certa di aver visto Renata intorno alle 17 nella sua farmacia per acquistare un calmante. Sulla scorta di questa testimonianza la Procura ha costruito l’ipotesi che Renata sia stata uccisa a Giulianova e il cadavere trasportato e poi abbandonato nella campagne di Tolentino.