Montesilvano: Premio Borsellino, “I giovani verso la cultura della legalità”

Al pala Dean Martin di Montesilvano, nell’ambito del premio “Borsellino”, oggi, si è svolta una festa per la legalità che ha visto protagonisti gli studenti di sei scuole che hanno elaborato 35 progetti.

Oltre 35 progetti, elaborati da sei scuole del territorio: gli Istituti comprensivi Troiano Delfico, Rodari, Silone, Villa Verrocchio e Ignazio Silone, il liceo scientifico D’Ascanio e l’Istituto tecnico Alessandrini, sono stati presentati, questa mattina, al pala Dean Martin di Montesilvano, durante l’evento “I giovani verso la cultura della legalità”, la giornata conclusiva del percorso formativo rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di Montesilvano, organizzata dal Lions Club Montesilvano in collaborazione con la Fondazione Premio Nazionale Paolo Borsellino, patrocinata dal Comune di Montesilvano e dalla Provincia di Pescara.

I progetti sono stati esposti in sei stand di ciascuna scuola partecipante, allestiti nel foyer del Palacongressi, mentre nella gremita sala plenaria si è svolto il convegno a cui hanno preso parte, dopo i saluti istituzionali dell’amministrazione e del vicepresidente del Lions Club di Montesilvano Raul Martinotti, Lirio Abbate, vicedirettore de L’Espresso, Luciano Costantini, presidente del Tribunale di Siena e don Aniello Manganiello, parroco del quartiere di Scampia, coordinato dal docente Graziano Fabrizi.

Il progetto culminerà il 9 maggio prossimo, al Pala Dean Martin, con l’esposizione della Quarto Savona 15, l’auto della scorta di Giovanni Falcone.

Don Aniello Manganiello, il sacerdote anticamorra, ha detto che “I giovani hanno bisogno di messaggi forti, autentici, ma soprattutto hanno bisogno di noi adulti. Prima di chiedere ai ragazzi di essere rispettosi delle regole, di comportarsi bene, di coniugare la virtuosità nella loro quotidianità, dobbiamo essere noi a metterci in gioco, sul piano della legalità. Dobbiamo far capire che la legalità conviene, è una risorsa, mentre l’illegalità è un boomerang, per chi la commette e per la società.

Non dobbiamo essere parolai ma testimoni. I ragazzi, oggi, cominciano a capire che per cambiare le cose non basta solo la critica ma bisogna lavorare in prima persona, senza delegare a nessuno. I nemici dei ragazzi su un percorso della legalità, oggi, sono quelli che non trasmettono speranze, che sostengono che nulla si può cambiare, che accettano di potersi impegnare per una raccomandazione, umiliando il valore della meritocrazia e dell’impegno. Sono quelli che non hanno il coraggio di dire anche dei no, ai giovani: a loro bisogna dire la verità”.

Il Servizio del Tg8: