Marsilio su autonomie regionali: “procedura nuova da approfondire”

Si è parlato di autonomia differenziata oggi in una tavola rotonda, nella sala conferenza della Cna a Pescara, alla presenza del presidente della Regione Marsilio e dell’economista Viesti.

Esiste il rischio che le iniziative in corso sulla cosiddetta autonomia differenziata di alcune Regioni italiane possano concretizzare una “secessione dei ricchi”? È possibile che la coesione nazionale venga meno, alla fine di questo percorso? Sono alcuni degli interrogativi ai quali si è cercato di dare una risposta durante una tavola rotonda a Pescara, nella sala conferenze della CNA. A confronto il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, l’economista Gianfranco Viesti, docente all’università di Bari, e il direttore della Cna, Graziano Di Costanzo.

“È un argomento di grande attualità e domani, a tal proposito – ha detto il presidente della Regione Marco Marsilio – avremo un incontro con il Ministro Stefani che ci ha convocato per un tavolo di lavoro. Fa piacere che il Governo abbia mostrato l’interesse e la sensibilità ad ascoltare tutte le parti interessate e nel coinvolgere tutti in un processo di comprensione di questo strumento che è del tutto inedito. Come sapete, non c’è ancora, tranne la storia delle Regioni a statuto speciale, l’autonomia differenziata, questo articolo 116 della Costituzione non è stato attivato, e c’è dunque una procedura del tutto nuova e anche un po’ da scoprire, intanto per capire come si completa questo percorso, e poi come si garantisce il rispetto della coesione nazionale, della solidarietà tra le parti più deboli e più ricche del Paese, e queste sono le cose su cui noi andremo a chiedere ragione al Governo”. “L’Abruzzo – ha detto ancora il presidente Marsilio – dovrà studiare bene quale è la condizione in cui viene concessa questa autonomia differenziata alle Regioni che la richiedono, e se tutto questo sposta il peso delle risorse perché se le sposta dallo Stato solo verso le Regioni che ottengono autonomia è un conto. Se invece c’è un trasferimento che crea uno squilibrio nel rapporto fra le regioni, allora è chiaro che non possiamo essere d’accordo perché siamo una Regione oggi debole da quel punto di vista, e che ha bisogno di un quadro di solidarietà e di coesione. Se invece si parla di un processo che prevede un dimagrimento della struttura dello Stato, trasferendo alle Regioni funzioni che le Regioni stesse possono esercitare con più velocità, efficacia e vicinanza ai cittadini, allora è un processo che ci interessa, e sul quale faremo le nostre valutazioni”.

E si deve proprio al professor Viesti, economista assai conosciuto a livello nazionale, il merito di aver lanciato da tempo un campanello d’allarme sull’argomento delle autonomie regionali, a cominciare dal percorso istituzionale che dovrebbe portare all’approvazione del nuovo assetto.

“Quello scelto – argomenta Viesti – prevede che il Governo concluda un’intesa con ciascuna delle Regioni coinvolte (si tratta di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ndr) che ne hanno fatto richiesta. Intesa poi sottoposta alle Camere, che non hanno però la possibilità di entrare nel merito dei suoi contenuti ed esprimere indirizzi; possono solo approvarle, con un voto a maggioranza degli aventi diritto, o respingerle”.