L’Aquila e Amatrice vicine per distanza e per cuore

Il terremoto genera un legame doppio e molto stretto: L’Aquila e Amatrice sono vicine per distanza e per cuore. L’asse tra le zone colpite dal terremoto del 2009 e quelle devastate oggi è fraterno e operativo.

A sette anni dai suoi 309 morti L’Aquila e tutto il Cratere oggi rivivono quei momenti, ma nello stesso tempo si rimboccano le maniche per aiutare i vicini che l’altra notte, più meno alla stessa ora del 6 aprile 2009, hanno visto case e affetti sbriciolati dal sisma. Tutti i cittadini aquilani, a cominciare dal primo, il sindaco Cialente, abbracciano idealmente le comunità reatina e marchigiana colpite dal terremoto. Il sindaco Cialente, il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti, l’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano e tanti semplici cittadini ieri sono stati tra i primi ad arrivare ad Amatrice.
Anche la Asl provinciale dell’Aquila si è messa a disposizione attivando il ponte sanitario servito per agevolare il flusso continuo di feriti, circa 44 quelli arrivati da Amatrice, arrivati in elicottero e in ambulanza al’ospedale San Salvatore. Tra questi anche un uomo di 107 anni ricoverato in rianimazione.

“Tutte le nostre strutture del territorio – ha detto il direttore generale della Asl dell’Aquila, Rinaldo Tordera – sono al servizio dell’emergenza”.

Complessivamente, la Asl ha messo a disposizione 60 posti letto, di cui 29 per l’area chirurgica, 20 per quella medica, il resto per altre discipline; 4 posti letto per rianimazione. Per fare fronte alle emergenze è stata anche sospesa tutta l’attività chirurgica programmata. Nel Comune di Montereale, vicinissimo al confine con il Lazio, è stato allestito un posto medico avanzato per i codici bianchi e gialli, meno gravi: l’obiettivo è quello di decongestionare il carico di lavoro che si riversa sull’ospedale. L’organizzazione dei soccorsi coinvolge anche gli ospedali di Avezzano e Sulmona. Intanto il Comune dell’Aquila ha riservato agli sfollati di Amatrice 250 alloggi prefabbricati e antisismici del progetto Case, gli stessi che hanno ospitato gli aquilani all’indomani del sisma del 2009. Anche gli albergatori aquilani hanno offerto aiuto:

“Nei limiti della loro ricettività disponibile – si legge in una nota di Federalberghi – e per contraccambiare il sostegno morale e materiale ricevuto dagli italiani durante il sisma del 2009, metteranno a disposizione le loro stanze alle popolazioni colpite dal sisma 2016”.

Nelle parrocchie aquilane è già in corso la raccolta di beni di prima necessità. Mobilitati anche gli uffici speciali della Ricostruzione, quello dell’Aquila (Usra) e quello dei Comuni del cratere (Usrc), pronti a trasferire il “modello L’Aquila” ai vicini di sventura.