Laboratori Gran Sasso: sos sostanze chimiche pericolose

Il Movimento per la salvaguardia dell’acqua del Gran Sasso esulta per l’annullamento dell’esperimento Sox ma segnala la presenza di sostanze pericolose nei laboratori dell’INFN e che il piano di emergenza esterno è scaduto da 7 anni.

Gli ambientalisti esultano dopo la notizia dell’annullamento dell‘esperimento Sox,  che era previsto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. In particolare Augusto De Sanctis, Renato Di Nicola ed Elena Pesce, in rappresentanza del Movimento per la difesa dell’Acqua del Gran Sasso e del Forum H2O, annunciano che proseguiranno la mobilitazione per la difesa della risorsa idrica, preziosa per il territorio abruzzese.

De Sanctis ai giornalisti ha spiegato che “attualmente sono stoccate irregolarmente 2300 tonnellate di sostanze chimiche pericolose all’interno dei laboratori del Gran Sasso per due esperimenti (Lvd e Borexino) ed essendo pericolose, devono essere allontanate secondo quanto prevede la legge. Bisogna poi provvedere a fare il Piano di Emergenza esterno che è scaduto nel 2011, e dunque addirittura da sette anni, e per questo abbiamo saputo che la Prefettura lo sta aggiornando, ma bisogna farlo, come dice la legge, consultando la popolazione residente e per questo abbiamo scritto a tutti i Comuni e alla Prefettura, chiedendo che siano fatte assemblee in tutti i territori”.

Il Forum H2O ha accolto con soddisfazione la notizia dell’annullamento dell’esperimento Sox, ma non abbassa la guardia e preannuncia nuove iniziative.

De Sanctis ha detto oggi alla stampa: “Apprendiamo che ci sarebbero stati problemi nella produzione della sorgente radioattiva in Russia ma in realtà noi sappiamo, per aver letto i documenti e aver fatto anche esposti, che questo progetto aveva gravissimi problemi di ordine autorizzativo visto che ancora il 16 gennaio scorso c’era stata una riunione della Commissione Tecnica Regionale, su nostro esposto, che aveva sollevato dubbi e chiesto approfondimenti ai Laboratori che però avevano sostanzialmente proposto, almeno fino a metà gennaio, di andare avanti, senza contare anche il divieto di legge di stoccaggio di sostanze radioattive vicino alle captazioni idropotabili. Quindi nel complesso anche errori di pianificazione che avevano coinvolto in sostanza questo esperimento”.

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