La vertenza delle aree interne de L’Aquila

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Le categorie produttive della provincia dell’Aquila lanciano la “Vertenza Aree interne”.

La formalizzazione c’è stata ieri nella prima riunione del Tavolo delle associazioni di categoria, coordinato da Confindustria L’Aquila Abruzzo interno. Le categorie produttive della provincia lanciano la “Vertenza Aree interne”. All’incontro hanno preso parte anche Carlo Imperatore, direttore dell’Associazione industriali, Ezio Rainaldi, Confindustria, Francesco Manni, direttore Associazione costruttori, e Celso Cioni, direttore Confcommercio Abruzzo.Una iniziativa finalizzata all’analisi della situazione socio-economica del territorio provinciale e all’individuazione di percorsi e progetti di sviluppo, a medio e lungo termine in grado di fornire una risposta concreta all’attuale emergenza e programmare un’azione congiunta nei confronti del Governo nazionale.

Il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo interno Marco Fracassi  spiega “Lanciamo la Vertenza aree interne.Il nostro territorio è investito su più fronti da un’emergenza che si traduce nello spopolamento delle aree interne e nella decadenza del Pil. Una situazione che non si limita alla sola città dell’Aquila, ma abbraccia l’intera provincia. L’idea è costruire un progetto condiviso da tutte le associazioni datoriali che passi attraverso una proposta di rilancio dell’Abruzzo interno, con particolare riferimento al sistema economico locale”. Tra le istanze emerse la redazione di un Piano industriale della provincia dell’Aquila, la necessità di accelerare la ricostruzione pubblica, una maggiore sinergia con l’Università dell’Aquila, la valorizzazione turistica e l’individuazione di politiche attive di incentivazione insediativa”.

Il presidente Ance L’Aquila Ettore Barattelli sottolinea “Occorre accelerare le pratiche per la cantierizzazione di tutte le sedi e strutture pubbliche, dando la precedenza alle scuole e all’Università. Il territorio necessita anche di strumenti normativi specifici per le procedure di cantierizzazione. Parliamo di soldi già stanziati, centinaia di milioni fermi sulla ricostruzione pubblica. Auspichiamo la redazione di un piano straordinario sulle opere pubbliche che consenta di sbloccare decine di cantieri e creare contenitori e infrastrutture: come si sta facendo nel cratere del sisma del centro Italia, dove si è data priorità alle scuole e agli edifici pubblici, primi attrattori sociali ed economici del territorio. Non si può non attivare una consulta tra le pubbliche amministrazione e le categorie produttive”.