Ingiusta detenzione: interrogazione dell’on Melilla

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Ingiusta detenzione: interrogazione dell’on Melilla, deputato abruzzese di Sinistra Italiana al ministro della Giustizia Orlando. Il caso di un detenuto aquilano.

Ingiusta detenzione: interrogazione dell’on Melilla, deputato abruzzese di Sinistra Italiana. Il deputato Gianni Melilla nell’ interrogazione a risposta scritta inviata al ministro della Giustizia Andrea Orlando, sottopone il problema di chi viene recluso in carcere ingiustamente e non risarcito. Il parlamentare abruzzese scrive che secondo i dati forniti dall’Unione delle camere penali e dall’Eurispes , dall’entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale nel 1989, che ha introdotto, con gli articoli 314 e 315, l’istituto della riparazione per ingiusta detenzione e errore giudiziario ci sono state 22.323 persone che hanno usufruito di questo risarcimento.

Nell’interrogazione si evidenzia che ” di contro, non si sa nulla di coloro i quali pur assolti non hanno potuto usufruire di questo beneficio perche’ ritenuti con i loro comportamenti colpevoli del ‘dolo e colpa grave’ inserito nel primo comma dell’art. 314 e ostativo al risarcimento. Si parla di quasi quarantamila persone dall’introduzione della legge, ma non esistono dati certi e ufficiali su quante sono le persone innocenti, vittime di questo comma, palesemente ingiusto che introduce nell’ordinamento un giudizio ‘morale’, e su cui i deputati di Sinistra Italiana hanno presentato una proposta di legge abrogativa. Non puo’ una persona assolta, subire un altro giudizio, in base alle frequentazioni che aveva o subire altre considerazioni sulla sua vita privata che non hanno nulla a che vedere con rilievi di carattere penale. Se la sentenza e’ assolutoria, questa va rispettata e la persona va risarcita”. Il deputato chiede infine al Guardasigilli “cosa intenda fare per superare un comma a nostro avviso anticostituzionale e ridare fiducia nella giustizia a cittadini che hanno subito i danni della ingiusta carcerazione. L’aquilano Giulio Petrilli sono anni che, tramite i suoi legali, sta portando avanti una lunga battaglia per farsi riconoscere il risarcimento danni per ingiusta detenzione. Era stato arrestato il 23 dicembre del 1980, a 21 anni, con l’accusa di partecipazione a banda armata per un presunto coinvolgimento nell’organizzazione terroristica Prima Linea. Detenuto per 5 anni e 8 mesi, nel regime speciale riservato ai terroristi, e’ stato assolto dai giudici della Corte d’Appello. Un proscioglimento divenuto definitivo in Cassazione nel 1989. La sua richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione gli e’ stata pero’ sempre negata proprio in base al primo comma dell’articolo 314 del Codice di procedura penale poiche’ avrebbe avuto frequentazioni “poco raccomandabili”.