Inchiesta Rigopiano: sulla Clpv i politici si difendono (Video)

l’ex presidente della Regione Chiodi e l’ex assessore Daniela Stati stamane davanti ai magistrati in Procura a Pescara per l’inchiesta sul crollo dell’Hotel Rigopiano.

Gianni Chiodi, presidente della giunta regionale abruzzese dal 15 dicembre 2008 al 25 maggio 2014, stamani nel palazzo di giustizia di Pescara, al termine del l’interrogatorio durato circa un’ora, nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), ha dichiarato di aver fatto tutto ciò che doveva essere fatto sulla carta di Localizzazione del pericolo valanghe. Chiodi è indagato, insieme ad altre 14 persone, nell’ultima tranche dell’inchiesta, condotta dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia. Le contestazioni che riguardano l’ex governatore abruzzese, in particolare, vertono sulla mancata realizzazione dell’importante documento, in presenza del quale si sarebbe potuta tranquillamente evitare la tragedia .

“Mi rendo conto che questa inchiesta attiene fatti molto dolorosi – ha proseguito Chiodi, accompagnato dagli avvocati Enrico Mazzarelli e Mauro Di Dalmazio – e quindi mi auguro che, se ci sono, vengano accertate tutte le responsabilità. Per quanto mi riguarda – ha rimarcato Chiodi – anche se quell’evento non si poteva prevedere, ho attivato tutto quanto serviva a prevenire i rischi ai quali la Regione Abruzzo andava incontro, tra cui anche la Clpv”.

L’ex presidente della giunta abruzzese è poi entrato nello specifico, evidenziando di avere

“fatto una riorganizzazione della Protezione civile, creando un sistema di allertamento e per la casistica dei rischi, subito dopo il terremoto. L’ultima delibera che abbiamo fatto – ha affermato Chiodi – è proprio quella che la legge prevede, prescrivendo che sulla Clpv venga dato un indirizzo politico e che poi la Carta venga fatta dalla struttura e dal servizio, insieme a Coreneva e Forestale, con la Giunta che poi deve approvare la Carta storica, e qui c’era anche il mandato rinnovato, contenuto già nella legge,di procedere alla Clpv”.

“Come purtroppo è noto, in quel periodo c’era il problema del terremoto, il problema di una città distrutta da ricostruire”.

Così l’avvocato Alfredo Iacone, questa mattina in tribunale a Pescara, al termine dell’interrogatorio della sua assistita, Daniela Stati, assessore regionale con delega alla Protezione civile dal 19 gennaio 2009 al 3 agosto 2010, indagata insieme ad altre 14 persone nell’ultima tranche dell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulle responsabilità della sua assistita rispetto alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga. Stati, indagata proprio in riferimento alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv), è stata ascoltata per poco più di mezz’ora dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta.

“Possiamo dire soltanto che la dottoressa Stati ha chiarito la sua posizione – ha aggiunto l’avvocato dell’ex assessore – evidenziando la totale estraneità rispetto a qualunque responsabilità penale per le condotte ipotizzate”.

Nel pomeriggio sarà la volta di un altro ex assessore Gianfranco Giuliante, poi una lunga pausa tra week end e sciopero degli avvocati, fino a giovedì prossimo quando sarà la volta del Presidente della Regione Luciano D’Alfonso.

Il servizio del Tg8