Il presidio all’ Hotel Holiday di Pescara andrà avanti

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Il presidio all’ Hotel Holiday di Pescara andrà avanti lo annuncia Forza Italia che ribadisce il no all’accoglienza di profughi sulla riviera nel periodo estivo.

Il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Lorenzo Sospiri e il gruppo consiliare del partito annuncia che la protesta e il presidio dinanzi  all’ Hotel Holiday di Pescara andrà avanti visto che l’iniziativa ha rallentato l’arrivo di 100 profughi nell’albergo della riviera sud del capoluogo adriatico.

In una nota del capogruppo Sospiri e dei consiglieri comunali Vincenzo D’Incecco, Fabrizio Rapposelli, e Marcello Antonelli, che si stanno alternando al presidio permanente allestito sul lungomare Cristoforo Colombo si legge che “La Chiesa è l’Istituzione deputata all’accoglienza, che non deve avvenire obbligatoriamente in un albergo sul mare in piena stagione estiva; la politica ha il dovere di governare e di vigilare affinchè questa presunta accoglienza non si trasformi in un ricco business per qualcuno, anche se si rischia di non rispettare il ‘politically correct’ e di essere antipatici. Ritengo che la distinzione dei ruoli sia sempre stata chiara e la renderemo ancora più esplicita nei prossimi giorni, sempre al Presidio allestito dinanzi all’Hotel Holiday sulla riviera sud, organizzando una serie di iniziative-dibattito sul tema, non per parlare ‘alla pancia della gente’, ma per dare voce alla gente, invitando i rappresentanti della Caritas, della Curia diocesana, dell’amministrazione comunale e regionale, anche i rappresentanti della Cooperativa Polis, e i semplici cittadini per aprire un confronto serio su un argomento che troppo spesso, nell’ultimo anno, la stessa politica Pd ha solo tentato di insabbiare, come se nulla stesse accadendo in Abruzzo. A questo punto pare chiaro che il presidio ha avuto il merito di far rallentare le procedure di sbarco dei 100 profughi all’Hotel Holiday. Sembra che la Cooperativa abbia ritenuto opportuno chiedere uno slittamento dei tempi sperando che si calmino le acque e scenda l’attenzione sull’argomento. Voci del quartiere dicono che, molto più semplicemente, l’albergo aveva già dei posti letto prenotati sino al 15 giugno, e quindi ha chiesto una proroga rendendosi disponibile a ospitare i presunti profughi dal 16 giugno in poi, e in questo modo anche l’assente sindaco Alessandrini ha salvato la faccia dinanzi al mondo per l’Ironman in programma per domenica 12 giugno. Noi fughiamo subito ogni dubbio: il Presidio ci sarà anche il 15, il 16, il 17 giugno e così via, non intendiamo far scendere l’attenzione sul problema che riguarda non un quartiere, ma la città intera, che, assillata da mille problemi, si ritrova a subire l’invasione di altri 100 presunti profughi senza esserne informata, altri 100 immigrati che non scappano da luoghi di guerra, ma scappano per cercare condizioni di vita migliori, ed è giusta la solidarietà, ma non comprendiamo perché quegli immigrati vadano ospitati per forza in un albergo sul mare, in piena stagione estiva, arrecando un danno evidente all’economia locale, ai balneatori, ai commercianti, agli operatori del turismo, e ai residenti, tenuti all’oscuro di tutto. Consideriamo vergognosa l’assenza del sindaco-fantasma Alessandrini che non sta alzando un dito per difendere i suoi cittadini e il suo territorio, ma ormai siamo tutti consapevoli che a Pescara il sindaco non c’è dal giugno 2014. E a questo punto, già dai prossimi giorni, animeremo il presidio dove, mentre proseguiremo la raccolta delle firme dei cittadini, apriremo il dibattito sulla cosiddetta ‘politica dell’integrazione’, che non significa cancellare le necessità degli italiani né trasformare l’accoglienza in un business. Che in Abruzzo nel 2016 pioveranno 30 milioni di euro per garantire il mantenimento di 3 mila profughi non è un pettegolezzo, ma un fatto; che in Abruzzo la Regione e lo Stato hanno previsto di spendere nel 2016 solo 16 milioni di euro per assistere 150 mila abruzzesi che versano in uno stato di povertà estrema è un fatto; che in Abruzzo e a Pescara siamo di fronte a una ‘solidarietà a pagamento’ è un fatto, ovvero le Cooperative, così come la Caritas, non stanno accogliendo i presunti profughi gratis, per puro spirito umano, ma lo stanno facendo dietro pagamento da parte dello Stato; che l’Hotel Holiday incasserà 250mila euro l’anno, per due anni, per aver dato la disponibilità del proprio manufatto, è un fatto, non un pettegolezzo da bar; che la Caritas solo nel 2015 ha percepito circa 869mila euro per ospitare per un anno 69 presunti profughi nelle proprie strutture, è un fatto; e che la Caritas per ospitare i 69 immigrati nel dormitorio di via Alento, realizzato anche con fondi pubblici, ha dovuto mettere alla porta i nostri clochard-senzatetto, perché la Prefettura non ha consentito la ‘promiscuità’ delle presenze nella struttura, è un altro fatto. E su questi fatti vogliamo confrontarci con le Istituzioni, per avere risposte, perché se è vero che i presunti profughi sono persone concrete, in carne e ossa, come ci ha ricordato l’arcivescovo Valentinetti, è altrettanto vero che anche le 65 famiglie degli ex precari di Attiva, accampate da 147 giorni sotto il Palazzo comunale, senza stipendio, senza un euro per la spesa, sono persone in carne e ossa, persone concrete, con l’unico difetto di essere italiani e per loro lo Stato non versa 30 o 50 euro al giorno che sia, dunque nessuno si offre di ospitarli e sfamarli per ‘solidarietà’. Nel frattempo prendiamo atto che l’Oasi dello Spirito, una struttura vuota situata in un’ottima zona collinare tra Pescara e Montesilvano, non fa capo alla Diocesi, ma a una Fondazione Oasi dello Spirito e gireremo al responsabile indicato dall’arcivescovo, Don Antonio Di Giulio, la richiesta formale di mettere a disposizione della solidarietà e della carità umana l’edificio per ospitarvi i 100 presunti profughi che dovrebbero inopportunamente alloggiare sulla riviera sud in piena estate”.

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