Guerra del latte, con le mucche davanti al Centro d’Abruzzo

Guerra del latte, con le mucche davanti al Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino. Gli allevatori abruzzesi partecipano alla mobilitazione nazionale a difesa della qualità dei prodotti lattiero-caseari italiani.

Una guerra all’arma bianca in cui si spara a colpi di latte, vero o presunto. Prosegue e si estende in tutto il Paese la mobilitazione della Coldiretti per la tutela e la giusta valorizzazione del latte italiano. Oggi dalle 9.30 gli allevatori abruzzesi, con le mucche al seguito, manifestano davanti al Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino. L’obiettivo è fare conoscere  a tutti la provenienza del latte più genuino e il metodo di produzione del formaggio “vero”, privo di polveri o di semilavorati industriali. Vista la sempre più frequente diffusione degli inganni sul made in Italy, la Coldiretti punta ad informare i consumatori guidandoli nell’acquisto dei prodotti lattiero-caseari. Secondo la Coldiretti, una normativa poco chiara e a tratti lacunosa genera confusione sul mercato, con latte, yogurt e formaggi spacciati come italiani ma che tali non sono. I promotori della manifestazione incontreranno anche i giornalisti, alle 11.30 nel presidio di fronte all’Ipercoop del Centro D’Abruzzo. La battaglia riguarda anche il riconoscimento del giusto prezzo che l’industria dovrebbe corrispondere ai produttori italiani.

La mobilitazione della Coldiretti prende il via dal presidio allestito dagli allevatori a Ospedaletto Lodigiano (Lodi), davanti al centro di distribuzione della multinazionale del latte francese Lactalis, che ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori. E nelle grandi città si teme il caos, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che ieri ha annunciato la firma del decreto attuativo del Fondo Latte che stanzia 55 milioni di euro per il settore.

Alla proteste della Coldiretti hanno replicato i vertici della Lactalis “è paradossale che si parli di ricatto da parte del Gruppo Lactalis, quando siamo di fronte a un assedio da parte di Coldiretti nel nostro centro nevralgico di distribuzione in Italia”. L’azienda ribadisce la propria apertura al dialogo con l’intero comparto agricolo nazionale e afferma di pagare “il latte italiano puntualmente ai propri conferenti il 20% in più rispetto alla media del prezzo del latte alla stalla dei mercati europei”.

Nella controreplica la Coldiretti precisa che “in Italia il latte fresco viene pagato dai consumatori oltre il 30% in più rispetto alla Germania e il 20% in più  rispetto alla Francia. Dietro i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli con cui la multinazionale francese vende prodotti lattiero caseari in Italia non è neanche sempre certo ci sia latte italiano. La multinazionale – precisa la Coldiretti – fa propaganda perché vuole strumentalmente comprare il latte italiano ai prezzi tedeschi e venderlo a prezzi italiani”.