Gratteri a Chieti racconta la storia della ‘Ndrangheta

Il Procuratore Nicola Gratteri nei giorni scorsi all’Università “d’Annunzio” di Chieti per presentare il suo ultimo libro “La Storia segreta della “Ndrangheta”.

La ‘Ndrangheta, conoscere la sua storia per poterla meglio contrastare. Nel suo ultimo libro, “Storia Segreta della ‘Ndrangheta”, scritto insieme ad Antonio Nicaso, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri fornisce un contributo unico e prezioso sulla storia, dalle origini ad oggi, della più potente e ricca mafia d’Occidente:

“Sono qui soprattutto per i ragazzi – ha detto Gratteri – credo sia importante comprendere genesi ed evoluzione di questa organizzazione criminale per poterla contrastare innanzitutto sotto il profilo culturale.”

Prima dell’attentato di Duisburg era una mafia ai più sconosciuta, come si è evoluta fino a diventare la piu’ ricca al mondo?:

“L’attentato di Duisburg è stato un errore strategico, ma necessario per la fase caratterizzata da violente faide come quella in cui si stava trovando all’epoca la ‘Ndrangheta. Direi però che il vero salto di qualità, dai ladri di pollo di fine ‘800 al potere globale di oggi, è avvenuto con gli affari nella compravendita di cocaina. Potendo contare su tutta la liquidità messa da parte con i sequestri, la mafia calabrese ha potuto sedersi al tavolo delle trattative con i più grandi narcotrafficanti sudamericani e saputo imporre il proprio prezzo, di circa 1000 euro al chilo contro i 1800 che pagano le altre organizzazioni. Da qui uno sviluppo economico esponenziale che li ha portati ad arricchirsi in maniera incredibile”.

Le tante inchieste lo dimostrano, l’unica vera organizzazione criminale di un certo livello che è riuscita ad infiltrarsi in Abruzzo è la ‘Ndrangheta:

“Questo non mi sorprende, è nella sua natura quella di infiltrarsi capillarmente su tutto il territorio nazionale e non solo. Guardate cosa è accaduto in Lombardia o in Piemonte, ma bisogna tenere sempre alta la guardia, ci sono state delle operazioni di contrasto importanti qui da parte dell’Autorità Giudiziaria, ma non bisogna fermarsi.”

Il servizio del Tg8