Gamberale: gli ambientalisti dicono no alla nuova seggiovia

Gamberale: gli ambientalisti dicono no alla nuova seggiovia il cui progetto dovrà essere ancora valutato dal Comitato di valutazione impatto ambientale della Regione.

Le associazioni ambientaliste Wwf Abruzzo e Salviamo l’Orso chiedono la bocciatura della nuova seggiovia di Gamberale. Il progetto dovra’ essere esaminato dal comitato regionale Via, dopo il via libera del consiglio comunale. Wwf e Salviamo l’Orso, che hanno incaricato uno studio legale per seguire l’iter, dicono ‘no’ alla realizzazione perche’ insiste nel parco d’Abruzzo e mina specie protette come l’aquila reale e l’orso marsicano.

“Si tratta – si legge in una nota delle associazioni – di un impianto estremamente dannoso per l?ambiente e sostanzialmente inutile per l?economia locale. Un progetto destinato a sprecare risorse pubbliche e che sembra non voler tenere conto del fatto che l?impianto precedente era fallito ed e’ dismesso da circa 15 anni. Davvero non si comprende quali possano essere ora le aspettative di utilizzo della struttura, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici in atto, che hanno accorciato il periodo di innevamento e alzato la quota neve rendendo la pratica dello sci improponibile a queste quote in Appennino. Sarebbe infatti assurdo – aggiungono – anche solo ipotizzare l?uso massiccio dei cosiddetti cannoni da neve che, al di la’ delle gravi conseguenze ambientali, aumenterebbero a dismisura i costi rendendo ancor piu’ improponibile l?ipotesi di costruire questa nuova seggiovia”.

LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GAMBERALE:

Secondo una nota del Sindaco di Gamberale, l’intervento “non consiste affatto in una nuova seggiovia, bensì nella ristrutturazione e ripristino di impianto scioviario costituito da un semplice skilift. Trattasi, dunque, di impianto assai modesto, anche nella dimensione (la lunghezza nello stato di progetto misura, peraltro, appena 375 mt., addirittura in riduzione, con significativa mitigazione ambientale, rispetto alla vecchia struttura, lunga 450 mt.), pur capace, tuttavia, di promuovere con effetti apprezzabili la località, sotto il profilo turistico e del relativo indotto economico, come oggettivamente riscontrato fino al 2002, ultimo suo anno di effettivo funzionamento. (…) In esito alla seduta del 30 maggio u.s., alla quale il Comune, dopo aver puntualmente controdedotto per iscritto, ha partecipato , presente anche il Sindaco del Comune di Pizzoferrato, in contraddittorio con il Parco della Majella e con le associazioni oppositrici, il Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione d’Impatto Ambientale, convintosi della fondatezza delle argomentazioni comunali, ha espresso parere favorevole, solo limitandosi a prescrivere l’acquisizione di nulla osta del Parco anche su alcuni dettagli previsti dal progetto esecutivo (elaborato in sede di aggiudicazione dell’appalto) e l’adozione di alcune accortezze operative in sede di esecuzione dei lavori (che il Comune avrebbe di sua sponte osservato). Si sono rivelate, perciò, in tutta la loro strumentalità le tesi anche giuridico-amministrative sulla predicata illegittimità del progetto e dovrebbe, piuttosto, prendersi atto che l’intera procedura di valutazione d’impatto ambientale, pressoché imposta alla Regione dal fuoco di fila degli antagonisti dell’impianto scioviario, non si sarebbe, come sostenuto ab initio dal Comune, mai dovuta espletare, poiché il rinnovamento tecnologico di uno skilift, come riconosciuto esplicitamente dal Comitato nel proprio provvedimento, non costituisce certo un’”opera od un intervento di nuova realizzazione”, nel che risiede il presupposto per l’espletamento di tale complessa istruttoria. Si è, perciò, lieti di poter procedere ora e finalmente all’esecuzione dei lavori per restituire il modesto, ma prezioso skilift ad un intero comprensorio (oltre al Comune di Gamberale, al Comune di Pizzoferrato con il cospicuo insediamento turistico Valle del Sole ed a tutti i Comuni limitrofi), privato da troppo tempo, dopo essere stato per quasi 40 anni ufficialmente incluso tra i 19 bacini sciistici regionali, di un’infrastruttura essenziale per motivare le presenze turistiche in loco, specialmente nel periodo invernale, così rigenerando occasioni di valorizzazione di quelle risorse naturalistiche che una malintesa filosofia della protezione dell’ambiente vorrebbe drasticamente sottrarre alla fruizione della collettività.