Fallimento Naiadi: Serraiocco non incontra i dipendenti

Vincenzo Serraiocco tiene una conferenza stampa per spiegare le ragioni della sua totale estraneità alla vicenda del fallimento della Progetto Sport, la società che gestiva le Piscine “Le Naiadi”, ma evita il confronto con i dipendenti.

Sotto la sede del suo studio c’erano quasi tutti i 70 dipendenti, circa, delle Piscine “Le Naiadi”, insieme anche ai genitori dei ragazzi che all’interno della struttura svolgevano attività.  Tutti in strada, mentre Vincenzo Serraiocco, ex amministratore della Progetto Sport, la società che aveva in gestione l’impianto, dichiarata nei giorni scorsi fallita, spiegava ai giornalisti presenti le ragioni per cui si ritiene assolutamente estraneo alla vicenda. Tutte le azioni messe in campo, prima delle dimissioni dello scorso gennaio, ha spiegato Serraiocco, erano finalizzate al contenimento delle spese per una struttura oltremodo dispendiosa, una politica, evidentemente, non condivisa dai suoi soci, da qui la decisione di dimettersi. Serraiocco ha anche spiegato che ci sarebbero i termini per un ricorso contro la sentenza di fallimento in quanto il giudice parla di “crediti incagliati”, quelli che la Regione dovrebbe versare e non ha mai versato, ma che comunque spettano alla società, e qui siamo oltre il milione di euro. Tuttavia la difesa accorata di Serraiocco non convince i dipendenti secondo i quali la sua amministrazione non è assolutamente esente da colpe e parlano di dimissioni non legate alle controversie con gli altro soci, ma alla sua candidatura alle elezioni regionali e poi lanciano un appello alla Regione:

“Lunedì mattina saremo davanti la Regione – spiega Giustino Lotti portavoce dei dipendenti – per chiedere, intanto, di stare al nostro fianco in questa dura vertenza e poi di mettere in campo le azioni necessarie per salvaguardare il livello occupazionale della struttura visto che si parla di licenziamento in massa.”

Dipendenti che incassano la piena solidarietà dei genitori, presenti anche loro stamane, i quali auspicano che vengano innanzitutto pagati gli stipendi arretrati e poi  chiedono la restituzione dei tesserini dei loro figli che, dopo essere stati costretti a sospendere l’attività, non possono andare ad allenarsi in altre strutture con altre società sportive.