Ex Carichieti: chiesto il processo per De Nicola

La procura di Pescara chiede il processo per l’imprenditore De Nicola, tra le 26 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sull’ex Carichieti.

Carmine De Nicola, imprenditore di 71 anni di Francavilla al Mare, tra i 26 indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’ex Carichieti, rischia il processo. Al centro dell’inchiesta della Procura di Pescara un mutuo che ammonta a circa 50 milioni di euro, soldi non restituiti per decenni all’Istituto di credito abruzzese, oggi salvato dal Governo insieme a Banca Etruria, Cari Ferrara e Banca Marche. Sono più di 20 le società che ruotano intorno a Carmine De Nicola, accusato di bancarotta fraudolenta e truffa. De Nicola, patron di scuole private, case di cura e società immobiliari, è tra i tre principali debitori della ex Carichieti per un buco enorme che ha spinto l’istituto di credito in uno scandalo nazionale. L’impero di De Nicola sembra attraversare una fase di decadenza. Già cinque delle sue aziende sono state dichiarate fallite e l’ultimo fallimento si riferisce alla società Policlinico dell’Eccellenza Santa Maria de Criptis che racconta la scalata senza soldi per l’acquisto della casa di cura teatina Villa Pini che è stata poi aggiudicata alla “Santa Camilla”. Dall’indagine della Guardia di finanza emerge  il comportamento spregiudicato di De Nicola definito “promotore, costitutore e principale organizzatore del gruppo criminale” in riferimento al lungo elenco di società di cui fanno parte cooperative di servizi imprese turistiche,  scuole private, case di riposo, cliniche private e società immobiliari. Gli inquirenti stanno passando al setaccio gli affari di De Nicola a partire dal 2012. Le società immobiliari con i fallimenti pilotati e non pagando le tasse e l’Inps e i soldi sarebbero stati reinvestiti per aumentarne i patrimoni: quasi 2 milioni di euro per la Sicof/Opera, circa 13 milioni con la Smc e la Medigest, altri 755 mila con Saninvest. Operazioni che secondo l’accusa hanno “lasciato il ceto creditorio, pubblico e privato, privo di qualsiasi possibilità di recupero”. Per quanto concerne le cooperative si tratterebbe di “società fittizie, prive di reale ed autonoma organizzazione, destinate a rappresentare un apparente soggetto economico nei confronti dell’erario, dell’Inps e dei terzi ” . Le srl, società a responsabilità limitata, per l’accusa, sono il mezzo usato per “reimpiegare le ingenti risorse di liquidità illecitamente accumulate in altre società attive nel settore immobiliare”. A guidare De Nicola in queste operazioni finanziarie, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato un commercialista pescarese, Andrea Di Prinzio. Nelle carte dell’indagine si parla anche di due casi di presunto ricorso abusivo al credito (con la Banca del Fucino) attraverso un giro di fatture false per ottenere prestiti per 260 mila euro.In merito alle operazioni legate alla ex Carichieti De Nicola e Antonio Di Ianni, il suo più stretto collaboratore, originario di Lucera e residente a Francavilla al Mare, sono accusati di aver distratto oltre 14 milioni di euro della Sicof ottenuti tra il 2007 e il 2008 dalla banca teatina, prima con contratto di apertura di credito e poi come mutuo bancario ipotecario. Inoltre ci sarebbero anche presunte perizie gonfiate per chiudere un concordato preventivo per un immobile a Francavilla e altri due a Chieti, stimati in 1,7 milioni di euro dalla ex Carichieti che sono stati sopravvalutati fino a 4,2 milioni.

LA NUOVA CARICHIETI È PARTE LESA -IL COMUNICATO
La vicenda di cui al procedimento penale vede Nuova Carichieti SpA in veste di parte lesa, tant’è che si costituirà Parte Civile nel procedimento alla udienza preliminare del 6 dicembre, avendo già affidato l’incarico all’ Avv. Sbisà dello Studio Legale Bonelli Erede Pappalardo”.

Si precisa inoltre che gli avvenimenti trattati riguardano fatti commessi da ex dirigenti della ex Carichieti SpA (ora in L.C.A.). Inoltre la Nuova Cassa di Risparmio di Chieti SpA (Nuova Carichieti) è soggetto giuridico diverso dalla Ex Carichieti cui i fatti riferiscono.