Elezioni regionali. Respinti i ricorsi: Febbo, Santangelo e Scoccia restano al loro posto

Il Consiglio di Stato ha respinto gli ultimi due ricorsi, ancora pendenti sulle ultime elezioni regionali, ed ha deciso che rimangono al loro posto l’assessore Mauro Febbo, il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo, e il consigliere dell’Udc Marianna Scoccia.

La terza sezione del Consiglio di Stato ha respinto gli ultimi due ricorsi presentati da Emilio Iampieri e Gianni Bellisario, che hanno chiesto di ricontare i voti  e verificare se spettava a loro entrare nell’assise regionale.

I ricorsi erano già stati respinti anche in primo grado dal Tar Abruzzo e il 5 novembre il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Lorenzo Berardinetti nei confronti di Sandro Mariani e Roberto Santangelo, e quello presentato da Paola Cianci nei confronti di Pietro Smargiassi, Franco Caramanico, Francesco Taglieri e Barbara Stella. Il 6 novembre è stata pubblicata la sentenza del ricorso presentato da candidati del centrosinistra Luciano D’Amico, Pierpaolo Pietrucci, Donato Di Matteo e Franco Caramanico, che chiedevano la ridistribuzione dei seggi della minoranza.
Ieri, 7 novembre, sono arrivate le sentenze dei ricorsi di Iampieri e Bellisario contro Febbo, e Santangelo, e, infine, quello contro la consigliera Marianna Scoccia. I giudici del Consiglio di Stato non hanno ritenuto di doversi discostare dalle decisioni sei colleghi abruzzesi e hanno respinto tutti gli appelli.

L’assessore Mauro Febbo ha commentato così la decisione del Consiglio di Stato: “Ero sicuro del risultato e ho atteso serenamente la sentenza del Consiglio di Stato. Come avevo sempre sostenuto, e condiviso con il mio avvocato e amico Massimo Cirulli. Le tesi a supporto del ricorso erano totalmente prive di fondamento basandosi su un calcolo e su un riconteggio dei resti errato. Pertanto,
si chiude definitivamente una pagina poco felice che ha visto coinvolti diversi candidati e che, magari, poteva già essere chiusa dopo la sentenza del Tar che avrebbe dovuto far desistere nel portare avanti un contenzioso inutile”.