Discarica Cupello: il Comitato chiede prevenzione e messa in sicurezza immediata

Il Comitato per la Difesa del Comprensorio Vastese, dopo aver organizzato martedì scorso una partecipatissima assemblea, ha partecipato ieri anche ai lavori dell’incontro altrettanto partecipato svoltosi a Cupello e promosso dal Comune.

Dagli interventi degli enti, in particolare di quelli dell’ARTA e del Commissario, sono emersi particolari inquietanti della vicenda, come la distruzione di buona parte della strumentazione installata, i mancati interventi per la prevenzione del rischio incendi e il fatto che la discarica starebbe ancora inquinando essendo stata danneggiata la guaina di rivestimento, in una condizione già assai precaria vista la frana che sta interessando l’impianto. Anche il riferimento da parte del Direttore dell’ARTA all’inquietudine dei dipendenti, anche dopo il particolare furto di due vetuste auto subito nei mesi scorsi dal distretto di San Salvo, dovrebbe far riflettere sullo stato delle cose nel vastese. Gli enti hanno ammesso che esiste ancora il rischio di altri incendi finché non verranno presi gli opportuni provvedimenti per la messa in sicurezza.

Come Comitato riteniamo che per la tutela della salute dei cittadini ogni azione utile contro eventuali inadempimenti da parte dei soggetti responsabili deve essere perseguita a tutti i livelli. Gli organi di controllo devono esercitare la loro attività in modo da prevenire altri problemi. Deve essere assicurata la massima circolazione delle informazioni, visto che è allucinante dover sentire dalle parole del direttore dell’ARTA che l’Agenzia non era stata avvertita immediatamente quando sono iniziati i primi segnali di combustione (molte ore prima dell’incendio vero e proprio). L’ARTA ha ammesso, così – prosegue la nota del Comitato –  di non aver potuto monitorare le polveri, uno dei parametri fondamentali per capire l’impatto sulla salute di un incidente. È però singolare e del tutto fuori luogo che, mancando nelle analisi uno dei parametri più importanti, si continui con il mantra delle rassicurazioni e sostenere che si sia usato un protocollo generale. In realtà, per smentire questo assunto unilaterale basta fare un giro veloce sui siti WEB delle altre agenzie regionali dell’ambiente per evidenziare che durante gli incendi vengono assicurate ben altre forme di controllo e monitoraggio. Oltre alle polveri (PM10 e PM2,5) vengono cercati i metalli e le diossine, per dire. È mancato del tutto il modello previsionale di ricaduta al suolo dei contaminanti fondamentale per indirizzare i campionamenti. Qui sotto alcuni dei report delle agenzie. Tra l’altro la stessa ARTA in altre occasioni aveva provveduto alla ricerca delle diossine, per dire, cosa non fatta in questo caso. Vi è da dire che la ASL avrebbe dovuto assicurare una presenza ben diversa rispetto a quanto abbiamo visto, garantendo la ricerca dei parametri d’interesse per l’impatto sulla salute della nube che hanno respirato decine di migliaia di persone. È quindi fondamentale assegnare adeguati fondi all’ARTA per una migliore organizzazione. Altrimenti è come rassicurare una persona sul fatto che non è malato di diabete senza prima fare l’esame della glicemia e di altri marker della malattia. In generale, pretendiamo una rivalutazione immediata da parte degli organi competenti, a partire dalla Regione, delle autorizzazioni finora concesse alla Cupello Ambiente, in tandem con le azioni che, secondo il commissario, sarebbero state messe in campo dal Civeta.