Coronavirus Abruzzo: medici in prima linea contro il “Nemico invisibile”

Anche in Abruzzo i medici sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Coronavirus  nella cura dei pazienti affetti da Covid 19. Cresce il numero dei ricoverati in terapia intensiva. Ecco la procedura per indossare i dispositivi di protezione individuale.

Durante il terribile sisma dell’Aquila, del 6 aprile del 2009, e nei successivi terremoti del 2016 e 17, così come in occasione della tragedia dell’hotel Rigopiano e dell’eccezionale ondata di maltempo del 2017 i vigili del fuoco sono stati in prima linea e ribattezzati da tutti “angeli custodi”.

Da quando è scattata un’altra grave emergenza di proporzioni planetarie, la pandemia da Coronavirus, medici ed operatori sanitari sono diventati gli “angeli” che combattono senza tregua e a tutte le ore del giorno e della notte contro un nemico pericolosissimo ed invisibile.

In Abruzzo un esercito di angeli, in carne ed ossa, assiste e cura i pazienti affetti da Covid 19 con professionalità e con dedizione ed affetto, quell’affetto che non possono dare loro familiari e persone care a cui è assolutamente vietato entrare, per non rischiare di essere contagiati.

I casi più gravi sono trattati nei reparti di terapia intensiva che, se la situazione dovesse peggiorare, non saranno in grado di far fronte a tutte le necessità. Anche molti medici ed operatori sanitari si sono ammalati e questo deve farci riflettere sulla pericolosità di questa malattia. Quindi a chi pensa che stare a casa sia noioso, a chi si lamenta e vuole uscire ogni giorno dalle confortevoli mura domestiche, chiediamo di riflettere sui rischi che certi comportamenti irrazionali possono comportare e quali rischi corrono quotidianamente “gli angeli con i camici”.

Il Servizio del Tg8:

Molti di loro, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, devono indossare dispositivi di protezione individuale che richiedono pazienza e meticolosità. Vi riassumiamo come avviene la vestizione grazie alle immagini fornite dalla Asl di Lanciano Vasto Chieti: il medico o l’operatore sanitario si lava le mani, controlla l’integrità dei dispositivi, indossa il primo paio di guanti, indossa prima la tuta e poi i copriscarpe e li allaccia sopra la tuta, indossa la mascherina, la visiera oppure gli occhiali protettivi, si copre il capo con il cappuccio, chiude la tuta ed indossa il secondo paio di guanti sopra la manica della tuta.

Per la svestizione bisogna slacciare i copriscarpe, togliere il cappuccio, aprire la cerniera della tuta, togliere il primo paio di guanti e gettarlo nell’apposito contenitore, sfilare la tuta dalla parte interna asportando anche i copriscarpe e gettarli nell’apposito contenitore, sfilare la visiera dagli elastici, afferrandola dalla parte posteriore del capo e gettarla nell’apposito contenitore. Sfilare la mascherina dagli elastici afferrandola dalla parte posteriore del capo e gettarla nell’apposito contenitore, sfilare il secondo paio di guanti e gettarli nel contenitore e lavarsi e disinfettarsi le mani.

Se questa emergenza finirà, tutta questa fatica non sarà più necessaria e nessun medico ed operatore sanitario, così come nessun parente, amico o conoscente rischierà la vita per colpa di comportamenti irrazionali. Perchè, come ha già detto nel suo monito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, questi comportamenti “portano all’autolesionismo”.

Ecco come avviene la vestizione dei dispositivi di protezione individuale anti Covid 19 e la svestizione: