Contravvenzione fantasma: Archiviazione per il giornalista Patricelli

Contravvenzione fantasma: Archiviazione per il giornalista Patricelli. E’ quanto ha chiesto la stessa pubblica accusa nei confronti di Marco Patricelli querelato dal Questore di Pescara.

La querela nei confronti dell’allora cronista de “Il Tempo” d’Abruzzo per un’inchiesta su una presunta mancata contravvenzione sull’automobile di servizio del Questore di Pescara. Il procedimento si é svolto al Tribunale di Roma perchè nella capitale risiede la sede centrale del quotidiano. nelle motivazioni alla base della richiesta di archiviazione scrive il Pm Nicola Maiorano:

“A prescindere dalle conclusioni tratte dalla Procura della Repubblica di Pescara non può formularsi a carico del giornalista alcun addebito avendo riferito fatti sostanzialmente rispondenti al vero. Nei confronti di soggetti istituzionali e, in particolare, di atti o condotte degli stessi, la critica, sia pur aspra, é sempre ammessa soprattutto se connessa a presupposti veri.”

Esultano i sindacati di categoria, in particolare la Sga che in una nota precisa:

“Con la sua inchiesta dalle pagine abruzzesi del quotidiano “Il Tempo” il giornalista Marco Patricelli ha semplicemente esercitato il diritto di cronaca sancito dalla Costituzione e il dovere deontologico di correttezza e verità, requisiti sanciti adesso anche dalla magistratura di Roma”.

Sulla vicenda intervengono anche il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti ed il segretario generale Raffaele Lorusso:

 “Il decreto con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha archiviato il procedimento per diffamazione nei confronti del collega Marco Patricelli riafferma un principio fondamentale per il diritto di cronaca: è sempre ammessa la critica nei confronti di soggetti istituzionali soprattutto se connessa a presupposti veri. Il gip di Roma ha fatto giustizia, sottolineando che l’autore dell’articolo ha ‘inteso narrare solo fatti di cronaca giudiziaria emersi nell’ambito di indagini svolte dai Carabinieri’. Inoltre, il giudice ha riconosciuto che nell’espressione di giudizi critici ‘l’articolista non ha superato il limite della continenza e ha comunque scritto di un oggetto di rilevanza sociale’, per cui ‘le espressioni utilizzate nell’articolo costituiscono legittimo esercizio del diritto di critica/cronaca’. Si tratta di un importante riconoscimento del diritto di cronaca, il cui esercizio è sempre legittimo né può trovare limitazione in querele o in azioni di risarcimento promosse al solo fine di intimidire il giornalista”.