Compartecipazione in Abruzzo: Forza Italia denuncia i “trucchetti” della Giunta

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Compartecipazione in Abruzzo: Forza Italia denuncia i “trucchetti” della Giunta nella delibera 726 che rispolvera il vecchio disposto malgrado il parere contrario della V Commissione.

Un vero e proprio escamotage, secondo i consiglieri regionali Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo, per far passare la decisione della Giunta Regionale sul delicato tema della compartecipazione sanitaria. L’aspetto controverso di questo provvedimento riguarda le soglie Isee che, in barba alla legge secondo la quale la Regione può solo stabilire un tetto massimo ed un tetto minimo, vengono invece definite nel dettaglio con il 40% della spesa a carico del privato per redditi tra i 18 mila ed i 20,500 mila annui; 60% per redditi tra i 20.501 ed i 23.000 mila ; ed 80% per redditi tra i 23.001 ed i 26.500 mila euro . In sostanza, su prestazioni di assistenza domiciliare, diritto allo studio e trasporto per disabili, é la Giunta Regionale che stabilisce i redditi,   in base ai quali le famiglie devono compartecipare alla spesa sanitaria, e non i Comuni, costretti di fatto ad accettare le condizioni imposte. La V Commissione, anche grazie a voti di alcuni esponenti della maggioranza, aveva ottenuto di sottoporre al proprio  parere alcuni indirizzi applicativi della disciplina sui redditi,  invitando l’assessore Marinella Sclocco a partecipare ai lavori per apportare le giuste modifiche entro il termine consentito dei 20 giorni. Per i consiglieri di Forza Italia l’assenza della Sclocco in almeno due riunioni avrebbe fatto slittare al 23esimo giorno la comunicazione del parere negativo, rendendolo di fatto nullo e consentendo di deliberare le decisioni originarie della Giunta Regionale, alle quali, in teoria, i Comuni potrebbero anche opporsi impugnando la delibera, ma:

“Ma non lo faranno mai – fa notare Lorenzo Sospiri – perchè hanno già dovuto attendere 10 mesi per ottenere i vecchi pagamenti e con i creditori sul collo non potrebbero mai percorrere la strada tortuosa dei ricorsi, andando incontro ad ulteriori ritardi, mentre le famiglie con disabili a carico rischiano di vedersi negare il diritto minimo all’assistenza.”

Il Servizio del Tg8: