Commercio Abruzzo: Confesercenti “ basta lamentarsi”

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Confesercenti invita i commercianti a non terrorizzare i consumatori e dice che la crisi del commercio in Abruzzo c’è ma non bisogna piangersi addosso.

Ai reiterati appelli sullo stato di crisi del commercio in Abruzzo e alla  richiesta alla Regione dello stato di calamità commerciale avanzata da Confcommercio, Confesercenti, l’associazione che riunisce ed eroga servizi ad oltre 10mila piccole imprese del terziario, del turismo e dell’artigianato, risponde invitando a non terrorizzare i consumatori.

Il presidente regionale di Confesercenti Daniele Erasmi afferma che “La crisi c’è e nessun negoziante in Abruzzo sente il bisogno di terrorizzare ancora i consumatori. Basta con le urla di disperazione: ci sono segnali di ripresa che vanno incoraggiati. Non condividiamo l’esagerazione dei toni, che sotto le feste natalizie rischia solo di terrorizzare i consumatori e soffocare i piccoli e ancora timidi segnali di ripresa che invece ci sono. La crisi è ancora lontana dalla fine, ma dire che questo è l’anno peggiore del commercio è semplicemente non vero. A macchia di leopardo, in alcuni settori, i consumi si vanno riprendendo. Secondo i dati Confesercenti il settore dell’abbigliamento soffre ormai un dato inequivocabile: i consumatori aspettano i saldi e saltano a pié pari le feste natalizie, a causa della testardaggine con cui alcune associazioni del commercio si ostinano a pretendere che i saldi inizino a ridosso dell’Epifania. La nostra associazione è l’unica grande confederazione che si batte ogni anno perché i saldi vengano posticipati e tornino ad essere saldi di fine stagione, ma c’è chi difende ancora gli interessi della grande distribuzione e acconsente ai saldi che uccidono il settore. Nelle città si nota una differenza abissale.Numeri negativi nei centri storici di Chieti per l’assenza di iniziative e di Teramo per i danni dei lunghissimi lavori, mentre L’Aquila continua a soffrire per i ritardi della ricostruzione. Meglio a Pescara, Vasto, Lanciano e in generale sulle città costiere dove i commercianti si stanno unendo per fare fronte comune e organizzare iniziative di marketing territoriale”.

Il direttore regionale dell’associazione Lido Legnini , per quanto riguarda il settore alimentare spiega che “Una spesa media di 104 euro a testa è quanto tirerà fuori ogni famiglia abruzzese per il cenone della vigilia di Natale, che in linea con la media nazionale è in crescita di circa il 3 per cento rispetto allo scorso anno, complice anche il lieve incremento di prezzo degli alcolici (la spesa media del 2015 era di 99 euro). In leggero rialzo, seppur in forte minoranza, il numero degli abruzzesi che trascorrerà il cenone fuori casa: si passa dal 18 per cento del 2015 al 22 per cento del prossimo Natale. Piccoli e incoraggianti segnali di ripresa che fanno sperare bene per il 2017. Quest’anno crescono anche le innovazioni sul fronte del menù: il 18 per cento dei ristoratori Confesercenti infatti introdurrà piatti vegetariani o vegani (il 12%) e bio o a km zero (8%), ma al di là delle certificazioni nei negozi specializzati aderenti a Confesercenti in Abruzzo si sta registrando un vero boom di richieste di prodotti del territorio, tipici e tradizionali, con un incremento del 7 per cento rispetto al 2015. Gli abruzzesi si rivolgono con maggiore costanza agli esercizi specializzati  ormai la spesa viene programmata in base ai prodotti: se pochi anni fa la grande distribuzione aveva rastrellato tutte i consumi, oggi per determinati prodotti si torna a preferire il piccolo o il medio distributore di città. Per il settore alimentare le feste di fine rappresentano una fetta decisiva di budget: per comprendere meglio quale sarà l’impatto della ripresina sulle economie dei negozi occorrerà aspettare i saldi, visto che le vendite prenatalizie si stanno concentrando su piccoli oggetti mentre la maggior parte dei consumatori aspetterà gennaio per gli acquisti nel settore moda e abbigliamento” .