Caso Pellegrini, una decisione che fa giurisprudenza

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Fabrizio Pellegrini non dovrà tornare in carcere. E’ la decisione presa dal Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila che ha confermato in via definitiva, per il pianista teatino affetto da fibromialgia, la detenzione domiciliare.

Pellegrini era stato arrestato lo scorso mese di giugno perché in casa deteneva cinque vasetti di cannabis, utilizzata per alleviare i dolori della sua malattia. Fondamentale nella motivazione dell’ordinanza è stato il riconoscimento del valore terapeutico dalla cannabis dal Tribunale di Sorveglianza.  Dall’Avvocato di Fabrizio Pellegrini, Vincenzo di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e liibertà Abruzzi, grande soddisfazione perché “questa decisione del tribunale rappresenta un importante precedente storico”.

Vincenzo Di Nanna Avvocato di Pellegrini:” Se Fabrizio non torna in carcere, dove avrebbe avuto ben poche possibilità di sopravvivenza, è merito anzitutto della Magistratura, che con lungimiranza ha operato una netta distinzione circa le finalità della sostanza stupefacente, riconoscendo per la prima volta quella terapeutica. Ma bisogna ringraziare anche Rita Bernardini, la ‘Garante di fatto’ dei detenuti abruzzesi che ha sollevato il caso, la comunità di Crevalcore, senza la cui generosa ospitalità Pellegrini non avrebbe potuto accedere ai benefici e il sen. Luigi Manconi che tanto si è attivato per garantirgli questa collocazione. Adesso l’obiettivo è trovare per Fabrizio una sistemazione definitiva e, soprattutto, garantirgli l’accesso ai farmaci, affinché si possa finalmente curare. Dall’ordinanza emerge chiaramente come sia sempre stato estraneo a ogni circuito criminale e, con la scelta della coltivazione domestica delle piantine di cannabis, di fatto si è opposto alla criminalità organizzata, che trae lucro e vigore proprio dallo spaccio delle sostanze stupefacenti”.