Casini a Pescara per un incontro sul Referendum

pierferdinando-casini

Il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato Casini oggi  a Pescara per partecipare ad un evento per il Sì al referendum del 4 dicembre.

“Anche se al referendum dovesse vincere il No, il 47 o 48% che eventualmente perde è una coalizione politica, mentre il restante 52-53% è il caos”. Così il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, a Pescara, nel corso di un evento per il Sì al referendum.

Il presidente Casini ha detto inoltre che “Il problema vero è che, in ogni caso, qualsiasi sia l’esito di questo referendum, da un lato c’è una coalizione politica omogenea composta dai moderati che sostengono il Governo e dal Pd, dall’altra parte c’è Grillo, c’è Berlusconi, c’è Salvini, ci sono D’Alema e Bersani. C’è tutto e il contrario di tutto. Difficilmente potranno mai fare una coalizione politica forze che sono irreversibilmente l’una contro l’altra. Salvini non ha ancora capito, e forse bisognerebbe spiegarglielo, che lui semina e Grillo raccoglie. Tutto quello che sta facendo Salvini vedrà un solo beneficiario: Grillo. Questo credo che debba preoccupare i moderati che oggi sono chiamati a dare un loro voto per questo referendum. Dietro l’angolo c’è Grillo, non c’è Berlusconi. Agli elettori di centrodestra  dico di fare attenzione, proprio perché dietro l’angolo c’è Grillo. In questo momento non vedo alternativa se non l’aiuto a Renzi. Non sono renziano, non sono del Pd e non intendo arruolarmi, ma non c’è alternativa. Parisi? Schierarsi per il No è stato la madre degli errori che ha fatto. Sapevo che voleva schierarsi per il Sì se fosse stato eletto a sindaco di Milano, ma poi ha perso. Ha fatto l’errore capitale di correre dietro a Salvini e a quelli che ipotizzano il No. Chi ha voluto questa riforma e chi noi applaudimmo, salvo poi esserci dimenticati di averlo applaudito, si chiama Giorgio Napolitano, padrino della riforma”. “Il Sì è quello che ci aveva chiesto Napolitano. Il No è tenere le cose come stanno. Se vogliamo lasciare tutto così poi non lamentiamoci che le cose vanno male, perché se non le cambiamo siamo artefici del nostro destino. Non credo che all’Italia faccia bene tornare indietro quando finalmente abbiamo l’opportunità di fare una riforma, è un’occasione storica che il nostro Paese ha davanti”.