Case Ater Pescara: Moreno disabile, “prigioniero” in casa sua

Un’odissea lunga 9 anni per Moreno Colonna, affetto da sclerosi multipla e costretto a rimanere chiuso nella sua casa Ater in Via Nora a Pescara per colpa di un edificio non a norma.

Cosa darebbe Moreno per fare una passeggiata sul Ponte del Mare, lasciarsi affascinare dalla maestosità del Ponte Flaiano o respirare l’aria del mare sulla riviera. Ma Moreno, affetto da 9 anni da una forma aggressiva di sclerosi multipla, il Ponte del Mare, il Ponte Flaiano ed il lungomare, li può vedere solo in fotografia e non perché abita a chissà quanti chilometri di distanza, ma per il semplice fatto che da dove abita non può uscire. Case Ater di Via Nora assolutamente inidonee alla residenza di un qualsiasi disabile, figuriamoci per Moreno:

“Esco solo per le visite mediche di routine – ci racconta – ed ogni volta deve venire un’ambulanza con i paramedici costretti a degli sforzi immani per trasportarmi, altrimenti resto qui, con la pioggia o con il sole, murato vivo dentro casa mia.”

A nulla sono valse le denunce e le domande per avere un’altra sistemazione, dalle autorità competenti nessuna risposta e nessun interessamento. Domenico Pettinari, consigliere regionale del M5S denuncia altre situazioni simili:

“Più di 20 casi come quello di Moreno solo nella Provincia di Pescara, basterebbe un investimento minimo di 150 mila euro per dare a queste persone una collocazione più dignitosa ed invece, nonostante i nostri appelli, il silenzio assoluto.”

Della vicenda si sono occupati anche i consiglieri comunali del M5S:

“Abbiamo già fatto diverse sollecitazioni – ci spiega Massimiliano Di Pillo – in particolare all’assessorato al patrimonio per garantire a Moreno un minimo di mobilità, stiamo ancora aspettando risposte. Lunedì mattina, o forse con un’interrogazione urgente martedì in Consiglio Comunale o successivamente al prossimo Consiglio solleciteremo di nuovo assessore e dirigente per risolvere la questione.”

Intanto negli occhi di Moreno tanta rabbia contenuta, comunque, nella straordinaria dignità, anche quando ricorda, con un pizzico di commozione, l’ultima volta che é uscito di casa:

“Al matrimonio di mia figlia, i miei amici mi hanno caricato e portato alla celebrazione – dice – da allora non so più come è fatta la città di Pescara.”