Carcere Sulmona: gli agenti si comprano le sedie

Una raccolta fondi tra gli stessi agenti di Polizia Penitenziaria per acquistare delle nuove sedie ergonomiche. E’ accaduto al super carcere di Sulmona.

Finalmente, dopo tanto aspettare, i poliziotti penitenziari di stanza alla Casa di Reclusione di Sulmona, sono stati dotati di nuove sedie ergonomiche. Tuttavia la notizia non è quella dell’avvenuta consegna delle stesse ma il modo attraverso il quale si è riusciti a implementarle nei vari reparti. Stante la mancanza di fondi, infatti, gli agenti hanno sottoscritto una raccolta fondi in conseguenza della quale hanno dapprima acquistato il componente d’arredo per poi donarlo alla Direzione della Casa di Reclusione la quale,a sua volta, le ha assegnate nei reparti ove svolgono attività lavorativa gli agenti donanti. A darne notizia è Mauro Nardella segretario generale territoriale e componente della CST UIL Adriatica Gran Sasso:

Era da tempo che la richiesta di dotare gli ambienti lavorativi carcerari di sedie ergonomiche era stata inoltrata ( più note sono state inviate dalla sola UIL)  ma una risposta sulla auspicata concessione non veniva data e non per volontà della Direzione, alla quale va comunque il plauso di aver fatto di tutto per riuscire ad andare incontro alle esigenze del personale di polizia penitenziaria, ma per quella carenza di fondi che, in conseguenza della spending review imposta sull’unico contenitore del quale se ne sta, a quanto pare, finanche raschiando il fondo (la Pubblica Amministrazione), sta portando, come in questo caso, conseguenze ilari e drammatiche nello stesso tempo. Sottolinea Nardella– Che lo Stato fosse in crisi lo si può vedere proprio partendo da questa strana presa di posizione e che non è l’unica ( molti agenti hanno messo mani al proprio portafogli per acquistare gli anfibi che l’Amministrazione  non era in grado di garantire proprio per i bilanci fortemente risicati da tagli che hanno superato evidentemente ogni limite). Ma che dovesse portare i suoi dipendenti ad autofinanziarsi per potersi dotare di ciò che lo Stato dovrebbe invece garantire ha davvero dell’incredibile. Continua il sindacalista UIL– La Uil invita chi di competenza ad adoperarsi affinchè la Direzione e gli agenti del carcere di piazzale vittime del dovere  non vengano più messi di fronte queste scelte che dire scandalose è dir poco anche se mai come in questo caso vale il detto “ chi fa da sé fa per tre”.