Atessa: le “tute blu” di Sevel votano Cisl

2053 su 4165 votanti, tanto il bottino raccolto dalla Fim-Cisl alle elezioni per il rinnovo della Rsu, nel nucleo industriale più importante d’Abruzzo, la Sevel di Atessa.

22, dunque, i rappresentanti eletti, contro i 14 della Uil, molto più indietro le altre sigle sindacali. Il più votato Antonio Tracchia, con 268 preferenze. Ma se da una parte c’é soddisfazione per la fiducia dei lavoratori, dall’altra non si può non sottolineare il momento drammatico in cui versa l’intero mondo del lavoro nella nostra Regione. Domenico Bologna, segretario generale della Fim-Cisl Abruzzo, nel commentare i risultati delle elezioni ieri in conferenza stampa sottolinea come sia questa una fase storica estremamente drammatica per l’occupazione nella nostra Regione, quella però della Sevel é una scommessa vinta:

 «A 9 anni dalla firma del contratto specifico di settore – spiega Bologna -, siglato in un momento in cui la Fiat sembrava sull’orlo della bancarotta, abbiamo oggi un’azienda in grande salute. Adesso – sottolinea il segretario della Fim – aspettiamo l’incontro del primo giugno per conoscere il piano industriale triennale di Fca, che avrà inevitabili ricadute positive anche su Sevel ».

Altro obiettivo é quello di rafforzare l’indotto intorno al gigante della Val di Sangro che nel 2017 ha sfornato quasi 300 mila Ducato della Fiat Chrysler:

“La grande industria deve fare da supporto alla piccola e piccolissima impresa, ancora in forte sofferenza – precisa Leo Malandra Segretario generale della Cisl Abruzzo-Molise –   il peso della grande industria sull’economia abruzzese è cresciuto più della media nazionale ed è fondamentale per il rilancio dell’occupazione. Manca però la competitività del territorio – evidenzia Malandra – strade mulattiere per il passaggio dei Tir, in attesa del completamento della Tirreno- Adriatico; porti ancora insufficienti sul piano infrastrutturale, si riflettono sui costi delle aziende». E non attraggono le multinazionali, che in Abruzzo incontrerebbero un altro ostacolo:«Non si può dire sempre no a tutto – avverte Malandra -Pensiamo ai casi del Gasdotto, di Ombrina Mare”