Alba Adriatica: WWF denuncia abbandono di rifiuti nel Torrente Vibrata

Il presidente del WWF Teramo, Claudio Calisti, ha inviato un esposto ai Carabinieri Forestali nel quale viene segnalato l’abbandono di rifiuti nei pressi del Torrente Vibrata.

Comunicazione inviata per conoscenza anche al sindaco di Alba Adriatica e al Comandante dei Vigili Urbani. I rifiuti rinvenuti in contrada/viale Vibrata nel tratto di strada che dal bivio di Corropoli sale verso Tortoreto Alto. A fine settembre il WWF aveva gia’ inviato una prima segnalazione al Comune. A distanza di due quasi mesi, pero’, i rifiuti abbandonati nell’area sono aumentati, dice l’associazione ambientalista. Del resto l’area in questione e’ da sempre interessata dallo scarico illegale di vario materiale e piu’ volte e’ stata oggetto di segnalazione alle autorita’ competenti da parte del WWF e di altri organismi che hanno anche organizzato giornate di pulizia. A parere del WWF dovrebbero svolgersi delle puntuali indagini sul materiale depositato per cercare di risalire a chi continua a scaricare illegalmente rifiuti. Questo tipo di comportamento, infatti, e’ altamente incivile e rappresenta, oltre che un notevole danno ambientale, anche un danno economico per la collettivita’ perche’ le amministrazioni comunali sono tenute ad intervenire a spese della collettivita’ con un’opera di bonifica.

L’abbandono dei rifiuti lungo i corsi d’acqua della nostra provincia – afferma Calisti – e’ purtroppo molto diffuso e denota uno scarso controllo del territorio, estremamente pericoloso: dove oggi vengono abbandonati calcinacci e vecchi frigoriferi, domani potrebbero essere abbandonati rifiuti tossici e pericolosi, come avviene in tante altre regioni d’Italia. Questi fenomeni sono spesso legati alla malavita organizzata e il passo dall’abbandono di rifiuti urbani ai piu’ pericolosi rifiuti industriali e’ spesso molto breve.

Il WWF torna a chiedere un aumento dei controlli sul territorio, sia attraverso un potenziamento delle verifiche da parte delle Forze dell’Ordine, sia attraverso la diffusione di sistemi di videosorveglianza e la chiusura delle strade di accesso ai lungofiumi