In 7 anni scomparse 2640 imprese artigiane tra L’Aquila e Teramo

Nelle province di L’Aquila e Teramo dal 2009 al 2016 sono state perse 2.640 imprese artigiane su 31.386 iscritte, il 7,3% del totale.

Sono i numeri forniti dal direttore della Cna e della Camera di Commercio di Teramo, Gloriano Lanciotti,  in un incontro con i candidati dei due collegi, L’Aquila- Teramo alle prossime elezioni politiche.

“Alla Regione, a i parlamentari che verranno eletti, chiediamo un impegno concreto sul piano dell’accesso al credito, della riduzione della pressione fiscale, dello snellimento delle procedure burocratiche e dell’accesso delle piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici”

ha detto il presidente Cna di Teramo Bernardo Sofia, presente con presidente e direttore Cna di L’Aquila, rispettivamente Gianfranco Torrelli e Agostino Del Re. L’incontro è stata l’occasione per presentare la piattaforma rivendicativa elaborata dalla Cna, che riguarda i due territori e che sarà trasmessa alla Regione.

“A breve partirà il processo di fusione delle Camere di commercio aquilana e teramana, per la formazione della Camera del Gran Sasso d’Italia”, ha sottolineato Lanciotti, “l’obiettivo è trovare insieme le soluzioni per far ripartire questo territorio, anche con le giuste misure economiche. La perdita, in pochi anni, di 2.640 imprese , a cui si aggiungono i disastrosi effetti del sisma del 2009 e di quello del 2016, richiede misure economiche dirette e puntuali, che non possono essere prorogate”.

Nella piattaforma si chiede alla Regione di destinare 1,5 milioni di euro al rifinanziamento del fondo di garanzia gestito da Artigiancassa, 1 milione di euro per rifinanziare il progetto di “trasmissione di imprese”, che consente di trasferire un’azienda di un imprenditore che cessa l’attività a giovani che intendono rilevarla, 300 mila euro alla formazione, altrettanti all’apprendistato professionalizzante nell’artigianato, 1 milione di euro al progetto bottega- scuola 800 mila euro ai Centri di assistenza tecnica previsti dalla legge regionale 23 del 2009, 1 milione di euro all’artigianato digitale, 300 mila euro alla valorizzazione dell’artigianato artistico.

“L’insieme di tutte queste azioni -, hanno rilevato Lanciotti e Del Re – assorbe poco più di 7 milioni di euro, ma impatta su oltre 3mila imprese artigiane, con la possibilità di creare tra i 500 e i 700 nuovi posti di lavoro. Negli ultimi quattro anni la Regione non ha investito un solo euro nel settore dell’artigianato”.