Ud’A: lettere, rimborsi, malori e veleni

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Se sia leggenda metropolitana o no poco cambia, ci riferiamo al malore di una dipendente del museo universitario svenuta per aver ricevuto di una lettera a firma del Dg Del Vecchio. La cosa certa, e non da ieri, è che alla d’Annunzio è guerra.

Corridoi e colleghi raccontano di una dipendente del Museo universitario di Chieti svenuta per aver ricevuto una lettera a firma del dg Del Vecchio, in cui pare richieda indietro 230 mila euro di rimborsi secondo lui non dovuti: la cosa certa, e non da ieri, è che alla d’Annunzio è guerra. Dopo due anni di battaglie, anche legali e sindacali, tra i 330 tecnico-amministrativi (privati dall’oggi al domani dell’Ima in busta paga) e il dg dell’Università d’Annunzio, ora nel mirino di Del Vecchio c’è il professor Capasso e una lista di spese, per trasferte del personale del museo, secondo il dg ingiustamente rimborsate. Una storia, per la verità, che ha radici ben diverse rispetto alla mera questione contabile: Capasso è il nome di quel membro del Cda della d’Annunzio prima nominato con decreto rettoriale e poi con lo stesso rimosso dall’incarico. Motivo? Il suo mettersi “di traverso” a Dg e Magnifico con posizioni a dir poco distanti da quelle del duo più contestato nella storia dell’Università d’Annunzio. Un Dg, Del Vecchio, che sin dal suo insediamento ha “contabilizzato” tutto e tutti richiedendo indietro, a costo di violare privacy e beccar querele, soldi che – ironizza qualcuno – sommati tra di essi risanerebbero una buona fetta di crisi dell’Abruzzo.

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