Coronavirus Abruzzo, all’ospedale G8 si svuota Terapia Intensiva

Si svuota la Terapia Intensiva dell’ospedale G8, realizzato dopo il sisma del 2009 per l’evento mondiale svolto a L’Aquila e tornato in funzione per l’emergenza coronavirus in Abruzzo.

Il manager della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Roberto Testa, ha annunciato il trasferimento nel reparto di Malattie Infettive, nella giornata di oggi, dell’ultimo paziente. Testa ha spiegato che la struttura rimovibile, di proprietà della Protezione Civile nazionale, non verrà smantellata, ma rimarrà in funzione per accogliere i pazienti con sintomi in attesa di conoscere l’esito del tampone e per contrastare una eventuale nuova ondata di contagi.

“La guerra al coronavirus – ha detto Testa – non è affatto finita, e ci vede impegnati tutti, uffici amministrativi, direzioni aziendali e reparti clinici, a costruire percorsi di garanzia per il futuro. Nel ringraziare tutti i sanitari dell’ottimo lavoro svolto fino ad oggi, invito tutti i cittadini a seguire le regole dettate dal buonsenso per evitare di rientrare nel tunnel. La Terapia Intensiva G8 ha svolto appieno la sua mission di garanzia rispetto alla pandemia covid dando risposta alle necessità di malati provenienti dall’intera regione, ma stante la situazione di incertezza della fase 2, l’edificio non può e non deve essere chiuso.

La direzione aziendale sta valutando con forza di utilizzare le 15 delle stanze della struttura per la cosiddetta area grigia, cioè per quei pazienti che, giunti in pronto soccorso, devono restare in attesa di tampone prima di entrare nei reparti. In tal senso il G8 rappresenta certamente la massima espressione tecnologica di sicurezza che si possa avere. La missione del personale dell’Unità di Terapia Intensiva, diretta dal professor Franco Marinangeli, non è terminata poiché la ASL, seguendo le direttive nazionali, è da una parte chiamata a monitorizzare attentamente la situazione, dall’altra a garantire un’immediata risposta ad una eventuale ripresa dei contagi, che non è improbabile. Tutto questo garantendo contestualmente le attività di Terapia Intensiva generale e di Anestesia per il supporto alle attività chirurgiche, che devono tornare alla normalità”.

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