Covid 19, lavoro: venerdì sit-in in Abruzzo dipendenti mense scolastiche

Un sit-in in largo San Matteo per protestare contro lo stato di incertezza in cui vivono i lavoratori e le lavoratrici delle mense e della ristorazione scolastica. Ad organizzarla, per venerdì, è la Filcams Cgil che denuncia come “per questi ultimi il Covid-19 abbia significato la totale interruzione dell’attività lavorativa, con tantissime difficoltà nella gestione dell’economia familiare”.

Fis/casse integrazioni che tardano ad arrivare, retribuzioni di contratti part-time ancora più basse, nessuna retribuzione fino ad ottobre e futuro incerto per le riaperture delle scuole che potrebbero prevedere la chiusura delle mense – si legge in un comunicato della Cgil – Questa la fotografia di quello che sta accadendo ai lavoratori e alle lavoratrici dei settori del terziario e turismo nella regione Abruzzo e nella provincia di Teramo e in particolare è quello che sta accadendo alle lavoratrici e ai lavoratori delle mense e della ristorazione scolastica”. Lavoratrici e lavoratori che già vivono situazioni difficili in un regime di normalità e che resteranno esclusi dalla protezione salariale già dal prossimo 8 giugno quando le ulteriori 5 settimane di Fis/Cassa Integrazione, previste dal Decreto Rilancio, “non riusciranno a garantire nemmeno la necessaria copertura di tutto il mese di giugno”, come denuncia il sindacato. Da qui la richiesta, anche per il settore delle mense scolastiche, di un piano di sostegno al reddito dedicato che possa accompagnare le lavoratrici e i lavoratori del settore fino alla riapertura delle scuole e delle mense.

“Abbiamo purtroppo verificato fino ad ora che tutti gli interventi a sostegno del reddito, anche quelli riferiti alle povertà più estreme come i buoni spesa comunali – conclude il sindacato – hanno sempre avuto tra i requisiti lo stato di disoccupazione, ma siamo assolutamente convinti che non basta essere lavoratori dipendenti con redditi di poche centinaia di euro al mese per essere ritenuti soggetti non fragili e autonomi economicamente”.

Il presidio di protesta oltre che a Teramo si svolgerà in tutti i capoluoghi abruzzesi.

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