Rigopiano inchiesta bis per depistaggio: Provolo “la dirigente una sfaticata”

“Che la Prefettura non funzionava l’ho detto io. La dirigente una sfaticata “. Così l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, in una conversazione telefonica intercettata il 20 dicembre del 2018, nell’ambito dell’inchiesta bis per depistaggio e frode processuale sul disastro dell’Hotel Rigopiano.

E’ quanto emerge dall’informativa dei carabinieri forestali, che ha accompagnato l’avviso di conclusione delle indagini. Sette le persone indagate: lo stesso prefetto Provolo, i due vice prefetti distaccati Salvatore Angieri e Sergio Mazzia e i dirigenti Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo, Daniela Acquaviva e Ida De Cesaris. “Ma quelli guarda, tu non hai idea – dice inoltre Provolo al telefono con il suo successore Gerardina Basilicata – guarda tu non hai idea, io stavo senza Vicario, un capo di gabinetto di m…, la dirigente sta sfaticata”. Sempre a Basilicata confida, riferendosi alla gestione dell’emergenza nel giorno in cui una valanga travolse il resort: “Il casino che stava sotto io non lo sapevo perché stavo in giro per riunioni”. E poi ancora, tornando ad attaccare la De Cesaris: “Che non funzionava, che quella era una cretina che non sapeva gestire la sala operativa – disse Provolo a Basilicata – quello lo sapevano tutto il mondo”.

“A noi ci hanno detto di raccogliere tutti questi documenti e poi glie li abbiamo mandati e l’abbiamo firmata noi su indicazione del Prefetto percheè il Questore gliel’ha detto cosi’, stava li’ il Questore, in stanza con lui, ecco e pensa te capito”. E’ una delle intercettazioni telefoniche contenute nell’informativa dei carabinieri forestali relativa all’inchiesta bis sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provocò 29 morti. A parlare sono i due viceprefetti Salvatore Angieri e Sergio Mazzia, accusati insieme ad altre cinque persone di frode in processo penale e depistaggio. I sette indagati, secondo la Procura, avrebbero occultato il brogliaccio delle segnalazioni ricevute il giorno del disastro, in particolare allo scopo di far sparire la telefonata effettuata dal resort, alle 11.38 del 18 gennaio, dal cameriere Gabriele D’Angelo. Nell’intercettazione Angieri si lamenta al telefono con Mazzia del fatto che l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo,anche lui indagato, avesse ricevuto dal Questore il consiglio di non firmare la relazione, scaricando l’incombenza su di loro. Relazione da consegnare alla polizia che il 26 gennaio 2017 era andata in Prefettura per acquisire i brogliacci delle telefonate per conto della Procura.

In un’altra intercettazione, datata dicembre 2018, Angieri si lamenta con l’ex capo di gabinetto: “Io con l’avvocato di Provolo non voglio avere niente a che fare, per me Provolo è un delinquente capito. Ci ha messo in mezzo su sta cosa ad arte e guarda se potessi lo strozzerei, guarda ti giuro più ci ripenso e più’“. In un’altra intercettazione, sempre Angieri, tira in ballo l’ex capo della Squadra mobile di Pescara, che non è indagato e che alla procura ha fornito i propri chiarimenti: “Cioè noi siamo arrivati dopo. Quello che abbiamo trovato abbiamo messo lì dentro. Lì il Prefetto ci ha detto di firmarla, noi veramente non eravamo molto contenti, però disse ‘io vi metto a disposizione il Dirigente della Mobile’ e quindi con il Dirigente della Mobile abbiamo preparato questa cosa cioè con quello a cui doveva andare la relazione”.

“Io mi devo preoccupare non di chi sta in un Resort, per quanto impaurito dal terremoto, ma il terremoto lo abbiamo sentito tutti, al di la’ di quello stiamo tutti tranquilli”. A parlare e’ il dirigente della Prefettura di Pescara, Giancarlo Verzella, intercettato al telefono il 28 dicembre scorso mentre parla con un’altra dirigente dell’ente provinciale, Ida De Cesaris. I due sono tra i sette indagati dell’inchiesta bis sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provoco’ 29 morti. “Se uno mi dice qui all’hotel c’è stato il terremoto, è crollato l’hotel allora è diverso”, dice ancora Verzella, “ma alle 11.38…non era questo, quindi per noi era una notizia normale tra virgolette, perchè c’erano altre priorità, non quelle di uno che sta lì, sì sta a lavorare in un posto…sarà pure scomodo, però ehhh il centro benessere insomma una spa, ehhh che quindi non ha quelle priorita’ che hanno altre situazioni”. E ancora: “Io dovevo segnalare altre situazioni, io dovevo tenere presente altre cose, non quella. Cioe’ per me era piu’ importante cercare una turbina per liberare le strade che uno che mi telefona e dice ho paura, sto all’albergo Rigopiano. Non me ne frega un c… di niente di quello lì, capito, con tutto il rispetto, per me l’emergenza è un’altra”. “Se io devo liberare le strade, quindi mi do’ da fare per quello – prosegue Verzella – il resto non conta niente o conta se c’è un’emergenza all’istante. Uno ti riferisce un’emergenza e vedi come fare per … ma uno che ti dice ho paura perche’ sto là all’albergo ed per me non è una notizia… cioè lo metti, sai che si deve liberare pure l’hotel Rigopiano però con i suoi tempi”. E il 12 dicembre scorso la De Cesaris dice in un’intercettazione: “Uno che mi telefona sei ore prima della valanga e mi dice abbiamo paura, e se avete paura state li’ belli belli al caldo ed aspettate, qualcosa facciamo”