Ortona: operaio muore schiacciato da scaffalatura metallica

Un operaio kosovaro di 60 anni, che lavorava presso un cantiere navale di Ortona, è morto schiacciato da una scaffalatura metallica che, per cause ancora in fase di accertamento, lo ha travolto. Lascia moglie e quattro figli: aveva la cittadinanza italiana. Aperta un’inchiesta.

L’incidente si è verificato all’interno di un container adibito a magazzino che si trova dentro il cantiere navale. A dare l’allarme è stato un collega di lavoro dell’uomo, ma quando sono giunti sul posto i Vigili del Fuoco e il 118, e le scaffalature sono state rimosse, per l’operaio kosovaro non c’era più nulla da fare. Gli accertamenti sulle cause e per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente sono stati delegati dalla Procura della Repubblica di Chieti alla Guardia Costiera di Ortona e alla Asl.

Si chiamava Ridvan Meizini  l’operaio, di origine kosovara ma che aveva la cittadinanza italiana, che ha perso la vita schiacciato da una grossa impalcatura metallica. L’incidente sul lavoro si è verificato all’interno dell’area del porto. L’operaio abitava a Villa Caldari, una frazione di Ortona, e lascia moglie e quattro figli.

Meizini si trovava all’interno di un container-magazzino ubicato sulla banchina di riva, nell’area di un cantiere navale dismesso di una ditta di Ortona, e secondo i primi accertamenti era intento a spostare del materiale, quando per cause al vaglio della Guardia Costiera di Ortona, è stato travolto dal crollo della scaffalatura. E quando sul posto sono arrivati i Vigili del Fuoco per rimuovere l’impalcatura, e il 118 per prestare i soccorsi, per l’uomo non c’era più nulla da fare. All’interno del container, che aveva un’autorizzazione provvisoria, ci sono profilati di metallo e tavole di legno che la società proprietaria dell’ex cantiere dismesso era stata autorizzata a tenere lì. Sul posto è giunto ed ha effettuato la ricognizione cadaverica il medico legale prof. Cristian D’Ovidio che nei prossimi giorni eseguirà l’autopsia.

L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani che ha disposto il sequestro del container già eseguito dalla Guardia Costiera. La salma dell’operaio è stata rimossa e trasferita a Chieti in vista dell’autopsia.