Sversamento liquami in mare, competente Chieti

Mare-sporco-Pescara

Gli atti del processo che vede imputati i direttori generale e tecnico dell’Aca, accusati dei reati di getto pericoloso di cose, concorso per reato colposo e mancata comunicazione all’autorità competente, passano al tribunale di Chieti.

 

Il tribunale di Pescara ha accolto l’eccezione di competenza territoriale in merito al procedimento sullo sversamento di liquami in mare, avvenuto il 4 agosto del 2013 nel tratto di costa all’altezza di Fosso Pretaro, al confine tra Pescara sud e Francavilla al Mare. Gli atti del processo, che vede imputati i direttori generale e tecnico dell’Aca (Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello), accusati dei reati di getto pericoloso di cose, concorso per reato colposo e mancata comunicazione all’autorità competente, passano dunque al tribunale di Chieti. Il giudice ha accolto la tesi secondo la quale ‘il guasto avvenne in un territorio sotto la competenza del tribunale di Chieti, anche se le prime ricognizioni furono effettuate nei pressi di uno stabilimento balneare di Pescara’. Anche la Procura si è associata alla richiesta della difesa, mentre l’avvocato di parte civile per conto del Comune di Francavilla al Mare si è opposto all’eccezione di competenza territoriale. Al centro del procedimento, l’improvvisa rottura di una pompa di sollevamento del depuratore gestito dall’Aca che finì per causare un significativo sversamento di liquami in mare. L’allarme venne lanciato dalla Capitaneria di Porto di Pescara, in seguito ad alcune segnalazioni dei bagnanti. Le prime analisi compiute dall’Arta registrarono la presenza di 1.300 unità di enterococchi, a fronte del limite consentito di 200, e di 2.005 unità di escherichia coli, a fronte di un tetto massimo di 500. Secondo l’accusa, gli imputati non provvidero ad attuare ‘le cautele preventive idonee a scongiurare il verificarsi di guasti tecnici’.