Pescara, denunciati 3 truffatori seriali

Tre persone denunciate dalla Mobile di Pescara per truffa: acquistavano merce all’ingrosso con assegni scoperti e polizze fideiussorie false per poi sparire nel nulla.

Erano dei veri e propri ‘manager’ della truffa. Eleganti ed insospettabili, acquistavano merce pagando con assegni a vuoto, o con polizze fideiussorie fasulle, e poi la rivendevano ad altre aziende. Quando arrivavano le prime richieste di pagamento, la banda si dileguava e la truffa ricominciava altrove. Per questo motivo sono stati denunciati B. A. classe ‘63, nativo di Pescara e residente a Montesilvano, pregiudicato; C. A. classe ‘76 nativo di Ortona e residente a Pescara, pregiudicato; M. G. classe ‘70 nativo di Pescara e residente a Montesilvano, incensurato. Si tratta di un filone di criminalità finora poco conosciuto, ma molto redditizio, quello scoperto dalla Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile di Pescara grazie ad un’indagine che ha consentito di individuare a Montesilvano uno dei magazzini dove la merce truffata dalla banda veniva stoccata in attesa di essere rivenduta. Come autentici manager della truffa, i tre si presentavano assai bene, con stile professionale, eloquio fluente ed una spiegazione per tutto. Ad esempio, al direttore di una cantina Sociale del teatino erano stati ordinati 525 cartoni di vino per un importo di 20.000 euro: a titolo di garanzia una polizza fideiussoria poi rivelatasi falsa, mentre la ‘ scusa’ usata è stata quella di spacciarsi per fornitori delle navi di una nota compagnia di crociere. I poliziotti hanno seguito a distanza il carico di vino fino alla consegna presso il deposito di Montesilvano e, nel momento in cui sono iniziate le operazioni di scarico, sono intervenuti smascherando i truffatori. Stratagemmi simili erano già stati usati con altre tre ditte di Grosseto, Siena e Nocera Umbra: all’interno del deposito sono stati trovati barattoli di sughi e minestre, altre bottiglie di vino ed olio, nonché legna da ardere, per un valore di circa 21.000 euro. Tutta merce sequestrata che sarà restituita ai legittimi proprietari nei prossimi giorni. Di solito la banda truffava più aziende per piccole somme di denaro, perché in questi casi si fanno meno controlli e perché magari una perdita relativamente modesta non viene neppure