In Casa Italia c’è anche l’Abruzzo

Altre tre città, in Abruzzo, si candidano a far parte di Casa Italia: Lanciano, Atri e Penne potrebbero entrare nel progetto di prevenzione dei rischi sismici e di messa in sicurezza degli immobili messo in campo da Palazzo Chigi.

Come già Sulmona, le tre città abruzzesi vorrebbero vedere riconosciuta la loro valenza storica e, al contempo, la fragilità dell’edificato pubblico e privato. La notizia della candidatura di Lanciano, Atri e Penne è stata data ieri a Pescara dal presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, nel corso di una riunione alla quale ha preso parte anche Roberto Giovanni Marino, capo dipartimento del progetto “Casa Italia” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’incontro erano presenti anche i sindaci dei tre Comuni candidati, il primo cittadino di Sulmona, l’assessore regionale alla Programmazione economica Silvio Paolucci, il sottosegretario delegato alla Protezione civile Mario Mazzocca, i consiglieri regionali Luciano Monticelli e Alberto Balducci e il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, oltre a dirigenti e tecnici regionali.

“Quello messo in campo dal governo è un programma pluriennale e normativo basato su dati oggettivi – ha detto D’Alfonso – che ha l’ambizione di fare prevenzione evitando di fare dopo quello che, nella malaugurata ipotesi di fenomeni sismici o di altre calamità naturali, verrebbe a costare almeno dodici volte di più, considerando sia eventuali interventi emergenziali che quelli deputati alla ricostruzione. Occorre però che queste ulteriori amministrazioni comunali individuate si attrezzino al meglio, come ha fatto quella di Sulmona, al fine di costruire dossier tecnici e documentali in grado di sorreggere le loro aspettative di ingresso nel progetto Casa Italia”.

Il presidente della Regione ha anche invitato i sindaci di Lanciano, Atri e Penne a studiare il modello Sulmona, dove un gruppo di professionisti esperti in varie discipline ha affiancato l’amministrazione comunale nella redazione di un progetto per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo cittadino.

“Casa Italia – ha spiegato D’Alfonso – non è solo una copertura finanziaria ma un insieme di risorse normative, progettuali, culturali e finanziarie che il territorio e le istituzioni locali dovranno supportare con dossier inappuntabili. Bisogna però crederci fin da subito e lavorarci. La Regione farà la sua parte anche in questa vicenda e, personalmente, mi spenderò per supportare queste istanze a livello politico”.

D’Alfonso ha anche aggiunto che, alla luce delle peculiarità dell’abitato di Guardiagrele, potrebbero crearsi le condizioni per inserire la città nel progetto Casa Italia.