Honda Italia: truffa stimata in oltre 10 milioni di euro, processi riunificati in Abruzzo

Esce completamente di scena il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, stimata in oltre 10 milioni di euro, nei confronti della Honda Italia. In un procedimento stralcio il tribunale collegiale di Lanciano ha assolto perchè il fatto non sussiste l’imprenditore Antonio Di Francesco e Giovanna Piera Maesa.

La Mesa è moglie di Silvio Di Lorenzo, ex vice presidente di Honda Italia e direttore dello stabilimento di Atessa, ritenuto a capo dell’organizzazione. Lo stesso tribunale ha poi deciso per la riunificazione del processo, con l’accusa di truffa semplice, iniziato oggi dinanzi al giudice monocratico con 7 imputati. Oltre a Di Francesco e a Maesa, ci sono lo stesso Silvio Di Lorenzo, i figli Matteo Romolo e Francesco e i manager di importanti aziende dell’indotto Honda, Pietro Rosica e Gabriele Domenico Scazzi. Per questi ultimi cinque imputati l’associazione a delinquere era caduta lo scorso ottobre davanti al gup. Al processo la Honda Italia Industrie Spa è parte civile e chiede un milione di euro per danni all’immagine. Sul presunto caso di truffa il colosso giapponese ricorse per prima al tribunale delle Imprese dell’Aquila, poi in sede penale. Nell’accusa della procura di Lanciano si parla di ‘rete affaristica di famiglia, amicizie e interessi personali attraverso società riconducibili a Di Lorenzo, attraverso ingiustificate e gravi perdite alla società, dal 2007 al 2012, con forniture ad aziende dell’indotto con costi maggiori per la Honda’.