Abruzzo: rafforzare controllo acqua nelle zone incendiate

Forum H2O, Nuovo Senso Civico e Stazione Ornitologica Abruzzese invitano gli enti coinvolti nella gestione del servizio idrico a rafforzare il controllo sull’acqua erogata nelle zone incendiate in Abruzzo.

La lettera chiede di rafforzare i controlli sulle acque nel breve e medio periodo a valle delle vaste aree incendiate.

“I roghi più grandi, da Campo Imperatore al Morrone, dall’Alto vastese a Collelongo, hanno interessato ampie porzioni delle aree di ricarica delle falde, in parte usate anche per scopi idropotabili. Le ceneri prodotte dalla combustione di grandi quantità di biomassa – si legge nella nota delle associazioni – contengono numerose sostanze pericolose che possono essere trasportate superficialmente dalle acque e andare a contaminare i fiumi. Inoltre vi sono numerosi articoli e report scientifici che hanno evidenziato una contaminazione, previa infiltrazione, delle acque sotterranee a seguito di grandi incendi. Le associazioni chiedono anche di verificare l’esatta composizione delle schiume e dei ritardanti utilizzati nelle fasi di emergenza per allargare i monitoraggi anche ad eventuali sostanze critiche presenti. Passata la fase emergenziale è buona norma realizzare uno specifico piano di monitoraggio, programmando esami mirati allargando il numero di parametri, ad esempio misurando gli Idrocarburi Policiclici Aromatici e altre sostanze sicuramente prodotte nella combustione che non vengono cercate normalmente. Questi esami potranno essere anche utili ai fini di giustizia, per contestare ulteriori danni all’ambiente agli autori di questi roghi. Ovviamente speriamo che per una volta non sarà necessario contestare altri reati e danni perché vorrà dire che sara stata riscontrata assenza di contaminazione nelle acque; è bene, però, procedere secondo i migliori standard internazionali”.

 

La lettera, avente per oggetto l’acqua destinata al consumo umano, acque superficiali, incendi boschivi e la richiesta
di monitoraggio rafforzato, è stata inviata ai seguenti enti:

Istituto Superiore di Sanità
Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento Protezione civile

Regione Abruzzo – dipartimento salute
Regione Abruzzo – servizio qualità acque
Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Parco nazionale della Majella
Parco nazione d’Abruzzo, Lazio e Molise
ASL di L’Aquila – Dipartimento di Prevenzione
ASL di Pescara – Dipartimento di Prevenzione
ASL di Chieti – Dipartimento di Prevenzione
ARTA Abruzzo
Prefettura di Chieti
Prefettura di L’Aquila
Prefettura di Pescara
Saca Spa
ACA Spa
CAM Spa
SASI Spa
ANCI
Procura di Sulmona
Procura di L’Aquila
Procura di Avezzano
Procura di Vasto

Nel testo, contenente diversi riferimenti scientifici circostanziati, si legge:

Spett.li Enti,
come è noto quest’anno gli incendi boschivi hanno interessato vaste aree della regione, con alcuni roghi particolarmente rilevanti per estensione e biomassa incenerita (Morrone, Collelongo, Prezza, Campo Imperatore, alto vastese). Molte delle zone incendiate sono individuate dal Piano di Tutela delle Acque quali aree di ricarica delle falde idropotabili. Basti pensare all’acquedotto del Giardino che intercetta le acque provenienti proprio dal Morrone per rifornire di acqua tutta la val Pescara, compresi i due capoluoghi di Pescara e Chieti. Oppure l’acquedotto del Vitello d’Oro a Farindola. In bibliografia è stata accertata da più autori, anche di agenzie governative, l’alterazione della qualità delle acque sia superficiali che sotterranee in caso di vasti incendi quali quelli che abbiamo osservato in queste
settimane. Ricordiamo alcuni lavori facilmente reperibili che contengono anche una prima bibliografia (ad esempio, Water Quality Impacts of Forest Fires, Tecle and Neary, J Pollut Eff Cont 2015, 3:2, scaricabile qui: https://www.fs.fed.us/rm/pubs_journals/2015/rmrs_2015_aregai_t001.pdf;). Particolarmente rilevante la ricerca pubblicata su una prestigiosa rivista internazionale sulla contaminazione da Idrocarburi Policiclici Aromatici post-incendio nell’acquifero in una regione del Portogallo. (Riportiamo l’intero abstract)…Riteniamo, quindi, indispensabile attivare, se non lo è stato già fatto, sia sulle acque potabili che su quelle sotterranee non usate a scopi potabili e superficiali, un potenziamento dei monitoraggi allargando il novero dei parametri da ricercare, comprendendo tutte quelle sostanze che sono collegate agli incendi (aromatici, alifatici ecc.) nel breve e nel medio periodo, in considerazione del fatto che probabilmente non avviene ancora l’infiltrazione/lisciviazione/trasporto a causa della scarsità delle precipitazioni. Alle sostanze prodotte dalla combustione è necessario aggiungere quelle utilizzate durante le operazioni di spegnimento, come gli schiumogeni oppure i ritardanti. Non conosciamo la composizione chimica di tali prodotti usati in grandissima quantità su aree molto estese ma si potrà facilmente risalire alle caratteristiche esatte delle sostanze impiegate tramite gli uffici della Protezione Civile nazionale. Si ricorda che anche su questa problematica sono numerosi i report tecnici che sollevano la problematica in varie
parti del mondo (Australia, Stati Uniti, ad esempio, per i perfluorurati). Tutto ciò per valutare gli effetti complessivi sull’ambiente, anche ai fini di giustizia.
Certi di un Vs sollecito e positivo riscontro, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migiori saluti.
Per le associazioni Forum H20, Nuovo Senso Civico Onlus e Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus,
Augusto De Sanctis
Presidente SOA Onlus