“Che fine ha fatto il Parco della Costa Teatina?”

Anche Gentiloni, dopo Renzi inerte nel dar corso al decreto per il Parco della Costa Teatina. Il WWF e Legambiente rilanciano l’appello al Governo.

Dopo la attesta bocciatura del Parco Regionale (che fu istituito sapendolo incostituzionale solo per fermare Ombrina Mare), non si riesce a far ripartire il Parco Nazionale della Costa Teatina. WWF e Legambiente sostengono il Parco da lungo tempo, prendendo le distanze da quegli amministratori che secondo le associazioni “con miopia politica si opponevano e continuano ad opporsi al Parco nazionale. E’ arrivato il momento di alzare lo sguardo al futuro e di puntare su uno strumento di eccellenza, anche alla luce delle criticità vissute nelle ultime emergenze climatiche. L’istituendo Parco nazionale può: fermare il consumo di suolo e l’erosione costiera; rispondere alla crescente domanda di cicloturismo e sport verdi con territori, agricoltura e enogastronomia di qualità; potenziare la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

Anche per questo, Legambiente e WWF ricordano al Governo che il Parco nazionale della Costa Teatina, previsto da una legge nazionale del lontano 2001, dopo 17 anni non riesce a vedere la luce nonostante oggi esista una perimetrazione predisposta da un commissario ad hoc che già nel 2015 ha rimesso la propria documentazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove tutto giace assurdamente in un cassetto.

“Abbiamo più volte – sottolinea il delegato del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – sollecitato, insieme a diverse altre associazioni, la presidenza del Consiglio a trasmettere la perimetrazione al Capo dello Stato la cui firma sul decreto istitutivo del Parco metterebbe fine a una inconcepibile attesa che ormai sfiora i quattro lustri. Insisteremo anche con il presidente Gentiloni, ma mi auguro che non ce ne sia neppure bisogno e che il Governo sia coerente con le proprie scelte”.

“La nostra classe politica e dirigente a tutti i livelli – aggiunge il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco – è chiamata in questi giorni a dare risposte forti affinché la nostra regione possa riprendersi l’immagine della sua bellezza turistica, sociale ed economica. È una responsabilità che si estende anche ad altri: operatori turistici, mondo dell’agricoltura e dei prodotti tipici di qualità, imprese della green economy. Anche il ministro della Giustizia Orlando, che in passato è stato ministro dell’Ambiente, ha in un recente convegno auspicato la nascita del quarto parco nazionale abruzzese, a vanto di una regione che ha fatto della protezione dell’ambiente una scelta prioritaria ma non riesce, purtroppo, a essere sino in fondo coerente con questa scelta”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.