Teramo, D’Alberto: la vittoria in… controtendenza

Il nuovo sindaco di Teramo D’Alberto è uno dei pochi di centrosinistra eletti nei ballottaggi. Raddoppiando i voti in due settimane.

Una vittoria in controtendenza nazionale, quella ottenuta da Gianguido D’Alberto, autore del “miracolo” elettorale a Teramo. L’esponente civico, uscito da oltre un anno dal Pd, che pure lo ha sostenuto, è riuscito non soltanto a ribaltare l’esito del primo turno, che lo costringeva ad inseguire Giandonato Morra di ben 13 punti e mezzo, ma addirittura -in termini assoluti- a quasi raddoppiare i suoi voti: da 6492 a 12205, in una domenica elettorale nella quale in città è peraltro crollata l’affluenza alle urne (49,99% rispetto al 67,20 del primo turno).

Gli elettori teramani, soprattutto i quasi seimila che nel primo turno si erano orientati sugli altri cinque candidati, hanno dunque individuato in D’Alberto l’uomo del rinnovamento dopo anni di amministrazione di centrodestra finito a brandelli, ma anche il punto di riferimento di una “atipica” coalizione di centrosinistra in cui il Pd, capace di fare un passo indietro, si è salvato dalla mezza “Caporetto “nazionale, ed ha pure ottenuto un buon risultato di lista, con otto consiglieri eletti (il gruppo più massiccio in consiglio comunale). Un’alleanza civico-politica che a Teramo ha funzionato, ma che non è ancora un laboratorio politico. Anche perché -ad esempio- le prime dichiarazioni del neo-sindaco non hanno modificato il giudizio critico espresso in campagna elettorale su come la Regione ha impostato l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione. Una delle partite cruciali su cui la città si gioca il suo futuro non soltanto nei prossimi cinque anni.

A Teramo “ha vinto il progetto civico” fuori dal Pd ma in grado di trainare il partito “che ha avuto la volontà e la consapevolezza di appoggiare questo progetto”. Così il neosindaco Gianguido D’Alberto: “Io e gli altri ragazzi del progetto civico appoggiato dal Pd siamo usciti dal partito un anno fa – dice D’Alberto – perché si stava perdendo in una lotta di potere e di correnti. Abbiamo voluto dire no a questa autodistruzione e riconnettere la politica con i cittadini. A Martina non lancio messaggi perché il Pd non è più il mio partito – prosegue D’Alberto che era iscritto dal 2009 – ma dico di prendere atto dei risultati negativi e guardare a questi risultati miracolosi come Teramo”.

 

LA FESTA DI D’ALBERTO (VIDEO)

 

IL COMMENTO DELLO SCONFITTO MORRA (VIDEO)

 

NELLA INFOGRAFICA DE “IL CENTRO” LA COMPOSIZIONE DEL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.