Targhe alterne a Pescara, oggi largo alle dispari

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Targhe alterne a Pescara, oggi largo alle dispari. La lotteria riserva la vittoria alle targhe con finale dispari, ferme le pari e quelle con finale zero. Grazie al vento e – forse – anche ai limiti alle auto, è migliorata la qualità dell’aria.

Pescara, Anno Domini 2016 (quello delle targhe alterne). Ammesso che prendere l’auto per andare a lavorare possa considerarsi una conquista per cui gioire, oggi la vittoria alla lotteria del pari e dispari è riservata al secondo, ossia alle autovetture la cui targa abbia l’ultimo numero dispari. A casa o in garage tutte le altre, finale pari e zero. Intanto ieri il sito dell’Arta testimoniava il miglioramento della qualità dell’aria, aprendo tuttavia un interrogativo essenziale per capire se e quanto durerà l’astinenza da traffico. Come dire: è nato prima l’uovo o la gallina? Applicando il celebre quesito filosofico-popolare alla questione delle targhe alterne, scopriamo che nessuno sembra in grado di fornire risposte certe. Sono le targhe alterne ad aver migliorato la qualità dell’aria o è il vento ad aver soffiato sulle micropolveri come un gigante sulle candeline di una torta per lillipuziani? Noi non siamo in grado di dirlo, al contrario della solida coppia sindaco-vicesindaco, che all’unisono rivendica una sorta di compartecipazione ai generosi polmoni di Eolo, anzi di Libeccio. E’ probabile che il vento che ha scosso impetuosamente mari e monti, spirando anche su Pescara, l’abbia un po’ ripulita dal Pm10 ferma-traffico, ma non è da escludere che pure la circolazione ridotta del compulsivo parco macchine cittadino abbia contribuito. Intanto a sospirare di sollievo è anche la politica: la questione targhe alterne aveva diviso il Pd dall’interno, al punto che l’ultima direzione provinciale del partito si era conclusa con un invito all’unità e una reprimenda ai protagonismi. Insomma tutti per uno –  sindaco-vicesindaco – uno per tutti, automobilisti appiedati compresi, e sempre con un occhio vigile all’orizzonte: la speranza è che il vento dell’est spiri ancora e permetta di cacciare definitivamente micropolveri e maximalumori. Perché, pensando a Ricky Gianco e alla sua vecchia canzone, “quando il vento dell’est si fermerà e la neve verrà a posarsi su noi…” noi – non avendo di meglio da fare – risaliremo in macchina respirando a pieni polmoni, ricordandoci che il libeccio invece arriva da sud-ovest.