Sulmona: morte Conti, l’amarezza dei familiari

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 A Sulmona allestita in tribunale la camera ardente di Guido Conti. Domani i funerali. L’amarezza dei familiari per la rivelazione delle lettere sequestrate.

Si terranno domani alle 15 a Sulmona nella chiesa di Santa Maria della Tomba i funerali del generale Guido Conti. Per i funerali è atteso anche il comandante generale dell’arma dei carabinieri, Tullio Del Sette. Oggi intanto la camera ardente allestita nell’aula di udienza del tribunale di Sulmona al piano terra, mentre continuano ad arrivare messaggi di cordoglio alla famiglia e di ricordi commossi per l’uomo che aveva portato alla luce la mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Conti era appena andato in pensione da generale, e aveva trovato un nuovo lavoro presso una multinazionale del petrolio della Val d’Agri, ma si era dimesso mercoledì scorso.

L’accorpamento della Forestale con i Carabinieri lo aveva scosso tanto da decidere di scrivere una lunga e accorata lettera all’allora premier Renzi per invitarlo a non sciogliere il Corpo Forestale dello Stato.

Il corpo senza vita del generale è stato trovato venerdì in un bosco ai margini della provinciale che da Sulmona sale a Pacentro. L’autopsia, effettuata ieri pomeriggio dal medico legale Ildo Polidoro, e le circostanze della morte convergerebbero sull’ipotesi del suicidio con un colpo di pistola.

“Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l’attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore”. E’ quanto riferisce un familiare dell’ex generale dei carabinieri forestali Guido Conti morto nelle campagne di Pacentro due giorni fa.

In una delle due lettere ai familiari l’ex investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino (Pescara), aveva infatti scritto che “da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perchè tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo, di cui non so nulla, me per l’edificazione del centro benessere”. L’autorizzazione si riferisce all’ok per la piscina e al rischio frana dell’impianto. Nella lettera Conti prosegue chiedendosi “Potevo fare di più? Nel senso potevo scavare e prestare maggiore attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare quella pratica? Probabilmente no ma avrei potuto creare problemi, fastidi. Vivo con il cruccio”, conclude. “Rigopiano è stato uno dei motivi che mi hanno convinto a lasciare il mio lavoro o a tentare di fare altro o a disinteressarmi di tutto questo. Non vivo, vegeto, facendo finta d’essere vivo”, si legge in un altro passaggio della missiva del generale.

“La pubblicazione del contenuto delle lettere, tuttora sconosciuto a noi familiari, ci lascia profondamente amareggiati e aggiunge dolore al dramma che ci ha colpito”, afferma il parente di Conti.