Sanità: medici in sciopero per “salvare il servizio sanitario nazionale”

E’ il giorno dello sciopero nazionale dei medici, che incrociano le braccia per dire basta ai tagli della sanità pubblica. Negli ospedali saranno comunque garantiti le urgenze e i servizi di pronto soccorso.

In Abruzzo sono stati organizzati due sit-in di protesta a Pescara e a L’Aquila con i medici in sciopero che chiedono ai cittadini di unirsi alla protesta, affinché la classe dirigente politica prenda provvedimenti concreti per salvaguardare il diritto di ogni cittadino alla salute: a L’Aquila a partire dalle 10,30 davanti all’ospedale San Salvatore; a Pescara alle 11 in via Conte di Ruvo, davanti all’assessorato regionale alla sanità.

Le motivazioni alla base dello sciopero sono la carenza di personale che determina pesanti turni di lavoro, il precariato, le strutture inadeguate e la mancanza di fondi per l’acquisto di macchinari nuovi da sostituire ai vecchi per aggiornare le tecnologie.

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Alla vigilia della presentazione della legge di bilancio, l’Intersindacale sanitaria abruzzese (Anpo, Aupi, Cimo, Cisl-medici, Fials, Simet, Sinafo, Snr) chiede a Governo, Parlamento e Regioni di assumersi la responsabilità rispetto a soluzioni che scongiurino il collasso del sistema sanitario nazionale.

“La carenza dei medici e dei dirigenti sanitari è l’emblema della carenza di programmazione dei fabbisogni di nuove leve di specialisti e di una progressiva fuga delle professionalità sanitarie verso la sanità privata, a causa di pessime condizioni di lavoro”, si legge nella nota dell’Intersindacale sanitaria abruzzese. “La mancata valorizzazione del merito professionale degli operatori sanitari e la mancata condivisione delle scelte organizzative ed economiche da parte delle forze politiche sono poi atti che arrecano danno in termini di salute ai cittadini. “

Medici, sanitari e veterinari si appellano pertanto ai cittadini, perché si uniscano al sit-in “per salvaguardare il servizio sanitario nazionale che è l’ultimo servizio pubblico rimasto nel mondo e che, nonostante le scarse risorse assegnate, garantisce ancora lo stesso diritto alle cure”.

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