Salvatore Cucuzza, ex pentito tornato alla mafia: “affari nel pescarese”

Interessanti retroscena sugli affari in Abruzzo dell’ex pentito di mafia Salvatore Cucuzza da un’indagine dei Ros de L’Aquila: affari nel pescarese e a Roma per tonare a collaborare con Cosa Nostra. Doveva essere l’esca per l’agguato al Pm Di Matteo

A rivelare i legami tra Salvatore Cucuzza e l’Abruzzo è un approfondimento apparso stamani su “Il Messaggero” curato da Marcello Ianni, che fa riferimento a una indagine dei Ros dei carabinieri sull’ex collaboratore di giustizia palermitano, che proprio nel pescarese era stato nel programma di protezione testimoni, ed -al termine della sua attività di pentito- anche “liquidato” dallo Stato con una cospicua buonuscita che avrebbe reinvestito in affari immobiliari  in provincia di Pescara e a Roma, sotto la nuova identità di Giorgio Altavilla.

Peccato che Cucuzza continuasse a fare il doppio gioco, rivela il quotidiano romano. I Ros avevano scoperto i nuovi contatti con Cosa Nostra di Matteo Messina Denaro e addirittura sventato un attentato alla vita al Pm simbolo dell’antimafia Nino Di Matteo, nel quale proprio Cucuzza doveva fungere da esca.

Due anni fa Cucuzza è deceduto e l’inchiesta dei Ros de L’Aquila è stata trasferita a Palermo e a Trieste (per una parte riguardante il clan Graziano): ma quelle indagini sono state utili per realizzare sequestri patrimoniali da milioni di euro e disegnare la geografia aggiornata di Cosa Nostra. E gli immobili di Salvatore Cucuzza in Abruzzo restano anche oggi nel mirino della Direzione Antimafia de L’Aquila.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.