Rubarono reliquie del Papa: condanna esemplare a L’Aquila

Ladri sacrileghi sconteranno la pena, su loro domanda, in modo esemplare. E’ il contrappasso per il furto delle reliquie di Papa Wojtyla, avvenuto al santuario della Jenca a L’Aquila.

Furono smascherati assieme ad un complice per aver rubato le reliquie del sangue di Papa Giovanni Paolo II dal santuario di San Pietro della Jenca. Adesso due ladri sacrileghi hanno chiesto e ottenuto di scontare la pena espiandola con il lavoro presso la Mensa Celestiniana. Ai due è stato infatti concessa la messa in prova dal giudice
onorario Angelo Caporale, per la durata di otto mesi. Se supereranno positivamente il percorso di reinserimento sociale, dopo l’udienza del 17 dicembre 2018, il reato potrà dirsi estinto, altrimenti saranno processati.

Il furto avvenne nel santuario la notte tra il 25 e il 26 gennaio 2014. I tre giovani ladri credettero che le reliquie potessero avere un alto valore economico, ma ovviamente non riuscirono a rivenderle e decisero di sbarazzarsene. Parte della sacra refurtiva venne rinvenuta nei pressi della basilica di Collemaggio. Poi fu ritrovato il pezzetto di stoffa intriso del sangue di Wojtyla (era la veste indossata quando rimase vittima dell’attentato in piazza San Pietro il 13 maggio 1981). In un terzo momento il resto della stoffa fu recuperata nel garage di uno dei tre giovani.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.