Premio Borsellino, Legnini: “Contrastare mire mafiose su Abruzzo”

A Pescara la cerimonia del Premio Borsellino 2018: esposta l’auto della scorta di Falcone dilaniata dalla bomba di Capaci. Legnini: mire delle mafie anche sull’Abruzzo.

Presenze ai massimi livelli istituzionali stamani a Pescara per la cerimonia del Premio Borsellino 2018, svoltasi in Piazza Sacro Cuore alla presenza, tra gli altri, del Vice Presidente del CSM Legnini e del Procuratore nazionale Antimafia De Raho oltre che dei familiari delle vittime delle stragi mafiose e di tanti protagonisti delle battaglie per la legalità. In piazza la teca che custodisce i resti della Croma blindata “Quarto Savona 15” su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo il 23 maggio del 1992, giorno dell’attentato di Capaci, esposta a Pescara, da oggi a lunedì.

De Raho, Trattativa? Più importante verità che sentenza –   ”Non importa capire il risultato processuale, ma la verità, i fatti in cui si è sviluppato un certo atteggiamento”. E’ il commento del Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, in merito alla trattativa Stato-mafia a margine della manifestazione a Pescara in cui è stata  ”Falcone diceva che le mafie trovano terreno fertile perchè le istituzioni non fanno il loro dovere, in quei luoghi dove c’è corruzione si ma anche connivenza”, ha aggiunto De Raho. Quando chiedono al Procuratore nazionale antimafia, Federico De Raho, cosa pensa del fatto che la mafia sembra sparita dal radar dell’opinione pubblica italiana e che anche nei media l’attenzione sembra non essere quella dei tempi di Falconne e Borsellino, De Raho ammette che ”oggi sembra che non costituisca più un problema, sembra che la gente si sia abituata a questa convivenza, invece va necessariamente estirpata”. De Raho ha rimarcato davanti al monumento con i resti dell’auto di Capaci che ”è tema fondamentale che non ci si dimentichi che la mafia è quella che è capace di fare gesti come quelli che ci sono dentro questa teca, ma oggi è anche peggio perchè la mafia inquina e uccide l’economia, la politica e la società’. Quando guardate quell’autovettura, pensate che è frutto della nostra corresponsabilità, la mafia esiste perché non abbiamo il coraggio, la forza, la capacità di affrontarla come dovremmo. Ciascuno di noi, quando ha l’occasione per esporsi, non lo fa perchè guarda la propria posizione e il proprio orticello – ha proseguito De Raho -. Ciascuno di noi è quella macchina, che non è un giocattolo, ma era un’autovettura blindata dentro la quale c’erano tre uomini di 27, 29 e 30 anni, ognuno dei quali aveva una moglie e dei figli”

De Raho: figlio Alessandrini simbolo per tutti noi  – “Oggi, dopo 40 anni, ho visto il sindaco di questa città, figlio di un magistrato che nel gennaio del 1979 venne ucciso dal terrorismo politico, un sindaco che credo debba essere il simbolo di tutti noi, perché era un bambino quando un giorno il padre lo accompagnò a scuola e nel girare l’angolo venne aggredito da un commando di terroristi e ucciso”. Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, questa mattina a Pescara, riferendosi a Marco Alessandrini, primo cittadino della località abruzzese e figlio del magistrato Emilio Alessandrini, assassinato da Prima Linea nel 1979. “Quel bambino non ha più rivisto il padre – ha proseguito De Raho, parlando davanti al sindaco seduto in platea -. La mafia e il terrorismo hanno identiche modalità di muoversi, crescono uccidendo famiglie e determinando dolore. Avrei voluto conoscere il sindaco da tanto tempo – ha concluso il Procuratore nazionale antimafia -. Entrai alla procura di Milano che suo padre era stato ucciso da pochi mesi, quando aveva poco più di 30 anni”.

Mafia: Legnini, non è sconfitta ma si infiltra e mimetizza, mire anche sull’Abruzzo –  “I successi nell’azione di contrasto alle mafie sono noti e importanti, tuttavia le mafie non sono sconfitte e la vigilanza deve restare alta, perché le mafie avviano nuove attività, si propongono nuovi obiettivi, agiscono mimetizzandosi nella società, hanno abbandonato l’utilizzo della lupara, privilegiando l’infiltrazione e la contaminazione dell’economia”. Così il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, questa mattina a Pescara, durante una manifestazione nell’ambito del Premio Nazionale Borsellino. “Si tratta di un evento speciale, che alimenta ancora una volta la memoria delle stragi e delle vittime della mafia, tra le quali figurano magistrati e uomini delle scorte – ha proseguito Legnini, riferendosi alla manifestazione -. La formula scelta è particolarmente felice perché si uniscono istituzioni e giovani, e ciò rappresenta una condizione essenziale nella strategia di contrasto alle mafie. L’attività di contrasto alle mafie riguarda da vicino anche l’Abruzzo, poiché la recente relazione della Dia al Parlamento dimostra che le mire delle organizzazioni criminali su questa regione si sono fatte ancora più stringenti e noi abbiamo il dovere di contrastare i tentativi di infiltrazione criminale”.

Vedova Montinaro, strage Capaci appartiene a tutti  – “La strage di Capaci non appartiene solo ai palermitani ma all’Italia intera, i giovani di oggi devono sapere, poiché sono il nostro futuro e questo progetto serve proprio a dimostrare che non hanno vinto loro, visto che dopo 26 anni siamo in giro a parlare di quanto accaduto”. Lo ha detto Tina Montinaro, vedova del poliziotto Antonio Montinaro, questa mattina a Pescara, a margine della manifestazione che si è svolta in piazza Sacro Cuore, nell’ambito della quale è stata esposta la teca che custodisce i resti della Croma blindata sulla quale viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone, avvenuta il 23 maggio del 1992 a Capaci. Su quell’auto, oltre al marito di Tina Montinaro, viaggiavano Vito Schifani e Rocco Dicillo. “Occorre dire che le forze dell’ordine hanno arrestato tantissimi mafiosi e che anche la società civile è cambiata – ha rimarcato Tina Montinaro, durante la manifestazione collegata al Premio Nazionale Borsellino – ma c’è ancora tanto da fare, perché anche la mafia è cambiata”. La teca, contenente i resti della Croma, è stata resa visibile al pubblico nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, e le massime autorità istituzionali attive in Abruzzo. Presenti anche gli studenti di 19 istituti superiori abruzzesi. Nell’ambito della giornata si sono susseguiti diversi interventi e testimonianze, inframezzati da alcuni momenti musicali che hanno destato particolare commozione, come l’esecuzione del brano di Leonard Cohen “Hallelujah”.

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.