Popolare Bari, raggiunto l’accordo con i sindacati per 650 esuberi

Accordo raggiunto tra i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e i commissari della Banca Popolare di Bari. 650 esuberi su 2700 dipendenti.

“L’intesa, firmata oggi a Roma, è arrivata dopo diverse settimane di trattative e getta le basi per il salvataggio dell’istituto di credito pugliese” spiega una nota. Il testo sottoscritto prevede circa 650 esuberi (sul totale di 2.700 dipendenti) spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione “Quota 100”. I pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria. Esclusi licenziamenti ed esternalizzazioni.

L’accordo fra i sindacati e i commissari della Banca Popolare di Bari prevede che “pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria e permetteranno un risparmio di 67 milioni di euro, meno rispetto ai 70 milioni inizialmente chiesti dai commissari. Saranno chiuse 91 filiali, anche in questo caso con una riduzione rispetto alla richiesta dei commissari di 94”. “Scongiurata – spiegano i sindacati – qualsiasi ipotesi di esternalizzazione. Verranno confermati tutti i contratti di lavoro a tempo determinato. “Nell’accordo non hanno trovato spazio né i riferimenti alla legge 223 del 1991 sui licenziamenti collettivi né i riferimenti al demansionamento delle lavoratrici e dei lavoratori. La mobilità del personale sul territorio sarà fortemente limitata. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto una forte discontinuità nel management affinché il piano industriale sia gestito ad un nuovo gruppo dirigente”.

Raggiunto l’accordo con i sindacati, ora per il piano di salvataggio e rilancio della Banca Popolare di Bari manca il fondamentale passaggio dell’assemblea degli azionisti, prevista per il prossimo 30 giugno. La convocazione ufficiale arriverà nei prossimi giorni, Gli azionisti, per i quali i due cavalieri bianchi Mcc e Fitd hanno previsto una serie di incentivi per favorire la loro partecipazione partecipazione e diversi indennizzi, dovranno così votare la trasformazione in spa e poi l’ingresso di Mcc che diverrà il socio stabile. Appare più agevole ora il via libera della Dg comp. della Ue (Mcc è infatti controllata dal Mef) che aveva indicato nell’accordo con i sindacati uno dei punti chiave. Un suo ok forse informale potrebbe arrivare già nelle prossime ore.

 

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.