Ortona: sequestrati 250 Kg di tonni rossi e pesci spada al porto

Ortona: la guardia costiera ha sequestrato 250 kg di tonni rossi e pesci spada nel porto, pronti allo sbarco, pescati in zone vietate nella più incurante inosservanza dei periodi di fermo biologico.

Gli esemplari, catturati sotto costa e nella zona di ripopolamento denominata Fossa di Pomo a circa 30 miglia dalla costa ortonese, sono stati pescati con l’impiego di attrezzature non consentite e sono risultati privi di tracciabilità.

Il sequestro rientra nelle attività di controllo sulla pesca, condotte dalla Guardia Costiera di Ortona. Nello specifico sono stati sequestrati quattro tonni rossi e tre pesci spada su motopescherecci abilitati alla pesca  tipo “circuizione”, pronti allo sbarco nel porto.

In base alle direttive comunitarie, il tonno rosso rientra tra le specie ittiche contingentate e soggette a controllo dall’UE. La tracciabilità del pescato, che dovrebbe documentare ogni fase della filiera per tutelare il consumatore, obbligando il pescatore professionista a riportare negli appositi giornali di pesca tutte le fasi della cattura e dello sbarco, serve a evitare mercati paralleli, sottratti ai necessari controlli anche sanitari a tutela della qualità del prodotto locale, destinato a finire sulle tavole dei consumatori.

L’attività di controllo ha riguardato anche la pesca cosiddetta “a strascico” che martedì scorso ha portato al sequestro di attrezzi da pesca non consentiti, come reti non regolamentari con maglie inferiori al minimo consentito di 40 mm che non assicurano una pesca selettiva a tutela delle specie giovanili. Contestualmente sono stati sequestrati circa 2 quintali di pesce.

Il prodotto sequestrato è stato venduto all’asta presso il mercato ittico di Ortona e il ricavato destinato all’erario.

“I controlli, che continueranno anche nei prossimi giorni per la tutela del consumatore, dell’ambiente e dell’ecosistema marino, mirano anche a tutelare i numerosi pescatori onesti che potrebbero vedersi danneggiati rispetto agli operatori, professionisti e non, che, per contro, mirano al profitto esasperato non curanti del rispetto delle norme”, dice il comandante della capitaneria di porto di Ortona, Pio Oliva.

Altra operazione portata avanti dalla guardia costiera è quella denominata “Safe Fish”, coordinata dalla direzione marittima di Pescara e conclusasi a marzo, dopo numerosi controlli effettuati presso centri di distribuzione, grossisti, ristoranti, pescherie e centri commerciali presenti sia sulla costa che nell’entroterra teatino.

Elevate complessivamente sanzioni per circa 20.000 euro oltre a quelle accessorie di attrezzature e pescato.