Morte cerebrale per la donna colpita da meningite a L’Aquila

Non ce l’ha fatta la 46enne insegnante aquilana ricoverata da mercoledì scorso al reparto di rianimazione dell’ospedale San Salvatore dopo essere stata colpita da meningite a L’Aquila. Autorizzata la donazione degli organi.

Come informa una nota della Asl provinciale dell’Aquila, sono cominciate le procedure per l’accertamento della morte cerebrale di Liana Salmaggi, in attuazione di quanto previsto dalla legge. Si tratta di una forma di meningococco che, come già precisato venerdì scorso dalla Asl, non è contagiosa, non necessita di un’attività di profilassi e dunque non comporta rischi per la popolazione. L’ insegnante, molto conosciuta e stimata nel capoluogo regionale, lascia il marito e due figlie. Stando a quanto si è appreso, era arrivata all’ospedale già in condizioni critiche: inutili sono stati i tentativi dei medici di salvarla.”L’azienda sanitaria, che ha profuso tutto il suo impegno per assistere la paziente, a cominciare dai medici della Rianimazione, attraverso il manager Roberto Testa, partecipa al dolore dei familiari per la grave perdita”, si legge nella nota. La morte dell’insegnante ha destato commozione e dolore nella frazione aquilana di Pianola, dove abitava la 46 enne abitava con la famiglia, e dove nei giorni scorsi i amici e parenti avevano anche promosso una veglia di preghiera. Intanto si è appreso che è stato dato il consenso per la donazione degli organi, la famiglia ha infatti autorizzato l’espianto. Terminate le procedure per l’accertamento della morte cerebrale sono cominciate ieri sera le operazioni per l’espianto degli organi sulla 46 enne Liana Salmaggi. Sanitari e dirigenti della Asl provinciale dell’Aquila, nel partecipare al dolore di familiari e amici, ribadiscono che si tratta di una forma che, come già precisato venerdì scorso dalla Asl, non è contagiosa, non necessita di un’attività di profilassi e dunque non comporta rischi per la popolazione. L’insegnante, molto conosciuta e stimata nel capoluogo regionale, era arrivata al reparto di rianimazione dell’ospedale aquilano in condizioni già molto gravi nella serata di mercoledì. Secondo quanto si è appreso, nella stessa giornata, era andata a lavorare. Poi, nel pomeriggio era stata colta da sintomi definiti influenzali, nella serata le condizioni si sono aggravate con febbre alta e mal di testa per cui è stato necessario il ricovero. La famiglia, secondo quanto si è appreso, ringrazia i medici per avere profuso ogni sforzo per strappare la loro congiunta dalla morte. Ma i tentativi sono stati inutili alla luce di una forma molto aggressiva.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.